Sei gli arrestati al termine delle indagini condotte nel corso della notte dalla Polizia di Stato, in collaborazione con la Guardia di Finanza, per il caso della donna andriese, Paola Clemente di San Giorgio Jonico nella provincia di Taranto morta di fatica nei campi per una paga di 27 euro al giorno.
Ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state emesse nei confronti delle 6 persone coinvolte, a vario titolo, in reati riconducibili al fenomeno del caporalato. I provvedimenti sono stati emessi al termine delle indagini avviate dalla Procura di Trani all'indomani della morte della bracciante agricola avvenuto nelle campagne di Andria, nel barese, il 13 luglio 2015.
La storia di Paola
Paola Clemente lavorava nei campi ed era addetta alla cosiddetta acinellatura dell'uva. Ogni notte si alzava e percorreva circa 150 chilometri per raggiungere Andria alle 5 di mattina e lavorare fino al primo pomeriggio sotto un sole cocente per circa due euro all'ora. Quel maledetto giorno muore accasciandosi al suolo. Non tornerà più a casa viva.
In manette su disposizione del Gip sono finiti il titolare dell'azienda di trasporti, il direttore dell'agenzia per la quale la signora lavorava, il ragioniere della stessa ditta e un collega della donna. Ci sarebbero anche la moglie del titolare dell'azienda di trasporti (rea anche di intascare le indennità di disoccupazione senza lavorarci ufficialmente) ed un'altra donna accusata di essere stata una capo-squadra nei campi agricoli.
La donna ufficialmente era morta per infarto, come avrebbero sostenuto in prima istanza i proprietari terrieri, ma i familiari e sindacati hanno sempre sostenuto che il malore era dovuto ai ritmi snervanti a cui era sottoposta la bracciante. Tra l'altro nel corso delle indagini sono emerse numerose regolarità sia nei turni dichiarati sia nei compensi in busta paga.
Lo sciopero dei braccianti stranieri in Puglia
La sentenza esce dopo la bellissima storia di Yvan Sagnet - si fa per dire perchè il protagonista non riuscirà mai a dimenticare il suo passato - ragazzo camerunense, che a 31 anni si è laureato in ingegneria delle telecomunicazioni al politecnico di Torino, oggi insignito del valore di Cavaliere della Repubblica.
Nell'estate del 2011, per mantenersi agli studi, è andato a raccogliere pomodori nelle campagne pugliesi, a Nardò provincia di Lecce, dove è stato rinchiuso in un sistema di sfruttamento del lavoro con turni massacranti lunghi anche 18 ore, paga minima, che spesso non superava i 30 euro al giorno, e condizioni di igiene, vitto e alloggio precarie e malsane.
Yvan è stato il promotore del primo sciopero dei braccianti stranieri in Puglia con il quale è riuscito ad accendere i riflettori sul fenomeno del caporalato.