Il caso di Maria Pia Galanti, diciannovenne originaria di Misano Adriatico, se lo ricorderanno in molti. Si tratta della ragazza rinvenuta senza vita in un container nei pressi di Rimini, e la cui scomparsa era stata denunciata circa un mese e mezzo prima. La ragazza - che si faceva chiamare Mary dai suoi conoscenti - era stata allontanata da casa per i prolungati problemi comportamentali e di tossicodipendenza. Le indagini autoptiche hanno rivelato la presenza del Dna di un uomo sul cadavere della Galanti.

Il caso era stato affrontato dalla trasmissione 'Chi l'ha visto?'

La trasmissione televisiva 'Chi l'ha visto?' si è occupata del caso, ed ha aiutato a ricostruire i mesi precedenti al rinvenimento del cadavere di Maria Pia Galanti. L'ultimo contatto avuto da quest'ultima con la famiglia risale al 4 settembre 2016, data in cui la ragazza avrebbe chiamato la madre per comunicarle di stare bene. In seguito a quella telefonata, il silenzio, fino a quando, il 16 settembre, la famiglia non decide di denunciare la scomparsa di Maria Pia ai carabinieri di Misano. Il 25 ottobre, più di un mese dopo, un cadavere di una ragazza viene ritrovato all'interno di un cointainer a Rimini, e, qualche giorno dopo, il sostituto procuratore Paolo Gengarelli, in coordinazione con la squadra mobile della questura conferma l'avvenuta identificazione del corpo: si tratta proprio di Maria Pia Galanti.

Una certezza che gli inquirenti hanno raggiunto grazie alla precedente fotosegnalazione di Mary, fatta da alcuni agenti durante un controllo, che ha permesso un confronto delle impronte digitali. La giovane aveva da tempo problemi di tossicodipendenza, e, al riconoscimento, ha contribuito anche un amico che ha affermato di averla accompagnata all'ospedale di Rimini in data 11 settembre.

Il ritrovamento della polizia e i mesi a brancolare nel buio

Il ritrovamento del cadavere è avvenuto il 25 ottobre del 2016, in un container in disuso situato nell'area adibita a scalo merci, presso la stazione ferroviaria di Santarcangelo di Romagna (un piccolo comune in provincia di Rimini). Da quel momento, oltre a procedere con l'identificazione e una sommaria ricostruzione dei giorni precedenti alla scomparsa, gli inquirenti non hanno potuto fare molto.

Nella ricostruzione emersa dalle indagini restano comunque molti giorni di vuoto totale, in cui la giovane ha fatto perdere le sue tracce.

Rinvenuto DNA maschile sul cadavere

Dopo mesi trascorsi in mancanza di elementi che potessero dare una svolta alle indagini, finalmente emerge una novità incoraggiante: sul cadavere della ragazza, grazie ai rilievi autoptici, è stato rinvenuto DNA appartenente a un uomo. Al momento il materiale genetico appartiene a un profilo sconosciuto alle forze dell'ordine, ma resta comunque un nuovo indizio da cui partire per reperire nuove informazioni. Gli inquirenti stanno infatti cercando l'uomo a cui appertiene in DNA, in modo da poterlo interrogare.