Un giovane di 28 anni finisce in ospedale, aggredito e malmenato in un parcheggio. La vittima si chiama Gianluca Cigna, capitano del Villaretto, squadra che milita nella Terza Categoria piemontese. Si tratta della 'coda' vergognosa di una partita già segnata dalla violenza durante i 90' di gioco: Cigna era intervenuto per difendere un compagno di squadra, Mbaye Mamadou, difensore senegalese che era stato oggetto di insulti razzisti. Vecchia storia, purtroppo, che si ripete e non è certamente meno grave di altri episodi che hanno generato clamore mediatico, semplicemente perché accaduti sui campi di serie A.

In questo caso c'è l'aggravante di un ragazzo che ha seriamente rischiato di perdere un occhio.

L'aggressione a Gianluca Cigna

Il match tra Atletico Villaretto e Mappanese era degenerato dopo l'espulsione di Mamadou, reo di essere saltato con un 'gomito largo' insieme ad un avversario. L'arbitro lo ha sanzionato con la seconda ammonizione e la conseguente espulsione, ma nel momento in cui il calciatore senegalese stava lasciando il campo, il giocatore della Mappanese protagonista del contrasto lo avrebbe insultato, definendolo un "negro di m...". Gianluca Cigna era dunque intervenuto per difendere il compagno e da lì è stata rissa totale, con tanto di intervento della polizia per calmare gli animi.

I battibecchi tra giocatori delle opposte fazioni sarebbero proseguiti anche dopo la partita, all'uscita degli spogliatoi. Poi il pessimo epilogo, nel parcheggio adiacente il campo che si trova alla periferia di Torino. Cigna è stato aggredito e colpito con calci e pugni da uno o più giocatori avversari, è divampata una nuova rissa riportata all'ordine, ancora una volta, dall'intervento della polizia.

Il capitano del Villaretto è stato trasportato all'ospedale San Giovanni Bosco di Torino dove i sanitari gli hanno diagnosticato la frattura della parte orbitale superiore e lo hanno sottoposto ad un intervento per rimuovere una scheggia che rischiava di danneggiare l'occhio sinistro. Ora dovrà affrontare un'operazione maxillo-facciale.

La 'difesa' su Facebook

La dirigenza della Mappanese ha voluto ovviamente esporre il suo punto di vista e lo fatto sulla pagina Facebook dedicata alla squadra. Nel post si smentisce la versione dell'agguato. "Dicono che abbiamo offeso un giocatore di colore, per questo siamo stati attaccati da alcuni giocatori della squadra avversaria. Il loro giocatore ha menato come un fabbro per tutta la partita ed è stato espulso dopo aver colpito con una gomitata in faccia uno dei nostri". I fatti ovviamente andranno chiariti dalle indagini dei carabinieri, i responsabili sarebbero stati individuati. "Nelle prossime ore sporgeremo denuncia", ha detto ai cronisti il padre di Gianluca Cigna.

Un calcio sempre più violento

Si tratta soltanto di uno dei tanti brutti episodi che caratterizzano il calcio. Tra i dilettanti, la maggior parte di questi deplorevoli eventi non vengono nemmeno resi noti, a meno che non si finisca davvero in una spirale di cieca violenza come nel caso specifico o come nei fatti di Mugnano del Cardinale, in provincia di Avellino, quando lo scorso 4 marzo i giocatori della Per San Marzano (Prima Categoria) sono stati aggrediti e presi a sprangate nel corso di un vero raid punitivo condotto da alcuni calciatori, tifosi e dirigenti avversari. Uno scenario desolante che non fa differenza tra campionati e categorie; in questi casi, oltretutto, la vigilanza delle forze dell'ordine è certamente minore rispetto ai tornei professionistici.

Alla fine dovrebbe essere soltanto un gioco, soprattutto in questi campionati dove teoricamente dovrebbe esserci maggiore 'fratellanza' tra atleti accomunati esclusivamente dalla passione sportiva, ma tutto si trasforma nella vergognosa opportunità di sfoderare gli istinti più beceri. L'immagine di calcio malato dal quale molte società sportive dovrebbero dissociarsi con provvedimenti esemplari ma, sovente, finiscono per esserne complici se non direttamente responsabili.