Finalmente è ufficiale. Il primo ministro inglese, Theresa May, ha apposto la sua firma sulla lettera che porterà all'attivazione dell'articolo 50 del Trattato di Lisbona. Articolo che regola per l'appunto l'uscita intenzionale di uno Stato membro dall'Unione Europea. La lettera verrà adesso consegnata dall'ambasciatore del Regno Unito a Bruxelles (Tim Barrow) al presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk. Partiranno poi i due anni di negoziati previsti per sancire il definitivo divorzio di due partner che non si sono mai effettivamente amati.

Il governo britannico darà poi l'avvio anche al cosiddetto Great Repeat Bill, una legge che comporterà l'annullamento della validità entro il Regno Unito delle norme europee, che verranno quindi abrogate. Una bozza contenente le direttrici generali del negoziato con il Regno Unito verrà in un secondo momento distribuita ai 27 membri dell'Ue, per poi implementare il tutto nel vertice straordinario convocato per il prossimo 29 aprile a Bruxelles.

E adesso?

Il tempo stabilito ufficialmente dall'articolo 50 del Trattato di Lisbona per condurre i negoziati è di due anni, anche se, probabilmente, non basteranno. Difficile fare delle previsioni attendibili in tal senso. Come detto, i capi di stato e di governo dell'Unione Europea si riuniranno in sede di consultazione il prossimo 29 aprile per prendere atto della richiesta proveniente dal Regno Unito.

Verrà dato poi mandato alla Commissione Europea, organo esecutivo e promotore del processo legislativo, di negoziare i dettagli del processo. Verso maggio la stessa Commissione dovrebbe produrre un documento contenente le linee guida che indicheranno la via da percorrere per gestire le trattative. A giugno dovrebbero poi iniziare i negoziati veri e propri.

Le conseguenze

Il Regno Unito, pur non potendo partecipare attivamente ad alcuna decisione politica, sarà costretto a rispettare le normative vigenti all'interno dell'Unione Europea fino a quando la sua uscita non sarà ufficializzata. Il Paese guidato da Theresa May, comunque, non farà più parte del Mercato Unico. Farne parte, infatti, significa sottostare alle sentenze della Corte di giustizia europea e garantire un accesso di individui entro i confini difficilmente limitabile.

Ancora non vi è certezza sullo status che deterranno i cittadini dell'Unione Europea che vivono nel Regno Unito, né su quali saranno le linee guida da adottare per andare a lavorare in Inghilterra. La Brexit è dunque iniziata oggi ufficialmente, ma tanto ancora c'è da scrivere.