Quando si è bambini, per evitare di andare a scuola, alcune volte si fa finta di avere la febbre aumentando la temperatura del termometro mettendolo sul termosifone. Questa scusa non deve essere sembrata molto efficace per un uomo giapponese di cinquantaquattro anni, di nome Masaru Miura, che ha ben pensato di accoltellarsi per avere una scusa più che plausibile per non recarsi quel giorno a lavoro.

Il problema è che l'uomo non solo non si è recato a Lavoro, ma ha pensato di denunciare l'accaduto alla polizia locale (ci troviamo nella città di Kasugai nella prefettura di Aichi) inventando una storia nella quale ad accoltellarlo era stato un rapinatore.

Il fantomatico rapinatore, stando alla storia raccontata, l'avrebbe accoltellato durante un tentativo di rapina mentre l'uomo si stava recando a lavoro.

La polizia locale ha proceduto all'interrogatorio di rito dell'uomo, nel corso del quale però, sono emerse una serie di discordanze ed incongruenze che hanno portato la polizia ad incalzare l'uomo con ulteriori richieste e domande.

Alla fine Masaru Miura ha ceduto alle domande della polizia ed ha confessato di essersi inventato tutto e di essersi accoltellato con un coltello trovato per strada (vicino ad una stazione della metro) per evitare di doversi recare a lavoro.

La polizia ha proceduto quindi a denunciarlo per simulazione di reato (fattispecie esistente anche in Italia).

La storia ha suscitato abbastanza clamore in Giappone, che come è noto presenta parecchie problematiche riguardo l'eccesso di lavoro (oltre 2.000 suicidi per cause lavorative nel solo 2015).

Qualche tempo fa ci fu, ad esempio, il caso di un giovane morto di fatica dopo aver lavorato per oltre 40 ore consecutive. La problematica è affrontata seriamente sia per quanto concerne le richieste delle aziende sia sotto il profilo culturale. In Giappone, infatti, il lavoro è fortemente legato all'onore della persona, e questo comporta episodi di lavoro fino allo sfinimento per dimostrare agli altri di cosa si è capaci.