L’antimafia è la passerella preferita da ogni politico che difficilmente salta gli incontri che trattano il tema. Più difficile è mettere in atto i fatti, soprattutto quando 70 giovani musicisti si vedono sbattere in faccia la porta di Montecitorio, nonostante un appuntamento calendarizzato da tempo. A subire il singolare fatto è l’orchestra giovanile “Paolo Ragone” di Laureana di Borrello (RC), diretta dal Maestro Maurizio Managò.
Risale al 20 settembre la richiesta inviata agli uffici della presidenza della Camera per una esibizione in occasione del Natale nell’aula di Montecitorio.
Richiesta che viene analizzata dagli Uffici pubblicazioni e relazioni con il pubblico della Camera, da dove arriva la secca risposta "che l’aula di Montecitorio è riservata, tutti gli anni, sempre e solo al concerto natalizio del coro giovanile dell’Accademia di Santa Cecilia". Tralasciando il carattere di esclusività che spetterebbe all’Accademia di Santa Cecilia, i responsabili delle relazioni con il pubblico nella risposta hanno comunque detto che l’orchestra “Paolo Ragone” sarebbe stata inserita "in un’altra attività, nell’ambito della Manifestazione 'Montecitorio a porte aperte'". Per i giovani calabresi si presenta comunque la possibilità di esibirsi a Montecitorio durante il periodo primaverile.
La richiesta
Così, come specificato dalla dottoressa Francesca Agostino (assistente presso la Camera) che si è occupata di curare la richiesta per i giovani talenti, "il 18 gennaio, dopo mie sollecitazioni per avere indicazioni sulla fattibilità dell’evento, l'Ufficio pubblicazioni e relazioni con il pubblico propone alcune date per ospitare l’evento presso la prestigiosa “Sala della Regina” di Montecitorio: il 6 o il 10 di marzo (vedi foto 2)".
L’ufficialità della data diviene la notizia del giorno per il comune di Laureana, nonché un grande risultato per la Calabria. Francesca Agostino e il maestro Managò decidono dunque di concordare la data per il 10 di marzo, poi spostata al 15, cioè oggi. Partono i preparativi dell’orchestra per il grande evento: lancio con tanto di comunicati stampa, prove specifiche, prenotazione del viaggio quanto del soggiorno e tutte le necessità del caso.
Il rifiuto
L’assurdità di tutta la storia comincia a manifestarsi qualche giorno dopo l’accettazione della richiesta, il 24 gennaio. "Gli uffici mi informano – scrive Francesca Agostino – che l’evento non può più avere luogo, per verifiche di qualità fatte sull’orchestra, che non rendono possibile la realizzazione del concerto né il 15 marzo né in altre date.
“Il problema – ha spiegato Managò – sarebbe rappresentato dal fatto che alcuni ragazzi avrebbero dei parenti coinvolti in vicende di malaffare e che la #Camera dei Deputati non avrebbe potuto creare un simile precedente. Su di loro infatti è stata aperta una vera e propria indagine da parte delle forze dell’ordine". Nessun passo indietro, nonostante l’aspetto sociale del progetto e il duro lavoro portato avanti negli anni da Maurizio Managò, che i suoi ragazzi li ha visti diretti anche dal Maestro Riccardo Muti.
Un encomio che vale una 'condanna'
Come si arriva alla scoperta della presunta parentela ha dell’incredibile. Il direttore d’orchestra viene contattato dalle forze dell’ordine che richiedono le generalità dei ragazzi. 'La motivazione fornita per giustificare questa richiesta di informazioni – spiega Managò – è la volontà di conferire ai giovani un encomio, da parte della Camera. Motivazione che si rivelerà infondata, in quanto, dopo ulteriori 10 giorni di attesa da questa richiesta, il 13 febbraio 2017 la Camera dei Deputati, a firma del vice segretario generale, Fabrizio Castaldi, comunica per iscritto che “il progetto non può aver luogo in quanto non è stato possibile identificare una sala libera nei prossimi mesi”. L’espediente di un encomio che vale una condanna per 70 ragazzi. Alla faccia del garantismo!