Il fatto era accaduto lo scorso 15 ottobre a Quartu Sant'Elena in provincia di Cagliari; un uomo era stato aggredito in città da alcune persone, in una sorta di spedizione punitiva nei confronti della vittima del pestaggio.

A tal proposito ieri è stato condannato uno degli aggressori, mentre altri tre hanno patteggiato, ottenendo la sospensione della pena e una multa.

Un fatto particolare che si conclude dopo circa tre mesi dal momento nel quale avvenne

Angelo Milia, questo il nome della vittima di anni 27, era stato fermato e circondato da un gruppo di quattro ragazzi malintenzionati, che dopo averlo minacciato verbalmente, erano passati alle maniera più dure.

Lo hanno aggredito con calci e pugni, inferendogli colpi forti e ben indirizzati; per di più uno dei quattro aggressori aveva impugnato anche una mazza di legno, una di quelle da baseball, scaricando la propria rabbia contro il malcapitato che a causa delle ferite e contusioni inferte, finì presso l'ospedale cagliaritano Brotzu per ricevere le cure del caso.

Il giudice per le indagini preliminari (gip) Cristina Ornano ieri ha quindi emesso una condanna e tre patteggiamenti per i fatti risalenti alla data del 15 ottobre.

Gli avvocati difensori dei tre ragazzi hanno patteggiato, in comune accordo con il PM Rossana Allieri, la condanna a due anni con pena sospesa ed una multa di 800 euro. I tre condannati sono riconducibili a Giampaolo Caredda di anni 22, Mirko Moretti di anni 29 e Giorgio Loi di anni 25, mentre il quarto elemento è stato condannato a 4 e anni e mezzo di reclusione dopo aver subito il processo con rito abbreviato.

Tutti e quattro gli aggressori erano stati accusati di concorso in sequestro di persona, lesioni personali e rapina, ma solo per uno di loro si apriranno le porte del carcere cagliaritano dislocato nei pressi del paese di Uta.

I carabinieri della compagnia di Quartu Sant'Elena, titolari delle indagini, avevano ricostruito i fatti riconducendo tale aggressione ad una vera e propria spedizione punitiva nei confronti di Angelo Milia.