È stata fissata per il 5 aprile 2017 l’udienza decisiva per la difesa di Rosa Bazzi ed Olindo Romano, la coppia coinvolta nella Strage di Erba, episodio criminale avvenuto in Lombardia l’11 dicembre 2006. La strage di Erba, uno tra i casi di cronaca italiana più eclatanti, avvenne esattamente 5 anni fa, in un appartamento sito ad Erba, dove furono assassinati mediante diverse coltellate e sprangate Raffaella Castagna, il figlio minore Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini con il suo cane. Il marito di Valeria Cherubini, Mario Frigerio, fingendosi morto, è riuscito a salvarsi dalla furia degli assassini.
Si riapre il caso
Secondo quanto riportato da “Il Giorno”, la coppia Killer di Erba, unica sospettata ed accusata, ha intenzione di far nuovamente parlare di sé riaprendo il caso in seguito alla condanna all'ergastolo, per dimostrare la loro totale innocenza. I coniugi questa volta hanno intenzione di puntare su alcuni reperti mai esaminati durante le indagini sul caso, avvenute inizialmente all'interno dell’appartamento dove ha avuto luogo il delitto. L’obiettivo dei legali della coppia è quello di portare all'incidente probatorio alcune tracce biologiche mai rivelate durante le indagini effettuate subito dopo la strage. Sarà la prima sezione della Cassazione a decidere se appoggiare o meno l’annullamento dell’ordinanza con cui la Corte D’Appello di Brescia ha dichiarato inaccettabile il ricorso effettuato dalla difesa.
Le tracce biologiche mai esaminate
Le tracce biologiche non esaminate durante le indagini, che i legali della coppia vogliono portare all'incidente probatorio, sono alcune tracce pilifere presenti sulla felpa del piccolo Youssef, probabilmente mai analizzate. Anche le unghie delle tre vittime non sono mai state sottoposte interamente ad un esame specifico, e lo stesso vale per una strana macchia di sangue presente sulla terrazza dell’appartamento, mozziconi di sigarette e i giubbotti delle tre vittime Raffaella Castagna, Valeria Cherubini e Paola Galli.