Non esiste una discriminazione netta tra il Trump delle campagne elettorali ed il The Donald ufficialmente insediatosi nella Studio Ovale. Il primo parlava, il secondo agisce in conformità. Il candidato ed il presidente sono la stessa persona. Gli ordini esecutivi imposti dal neopresidente si sono dimostrati sin da subito un fiume in piena che ha travolto prima, ufficialmente, l'Obamacare, accelerando un processo di deterioramento già iniziato, poi le vedute liberoscambiste a lunga gittata della precedente amministrazione, trascinandosi così tra le macerie anche il trattato di libero scambio con l'Asia.
Giusto un paio di manovre burocratiche per potersi ora dedicare, anima e corpo, al punto nodale del suo programma presidenziale: la questione immigrazione. Costruire un Muro al confine col messico che decreti finalmente l'isolazionismo borghese americano, a cui va aggiunto il blocco degli ingressi a persone provenienti da Paesi islamici e la fine risolutiva dei programmi di accoglienza per rifugiati. Questione vecchia sulla carta. Trump non si è inventato niente. Il muro c'è già e da anni serpeggia costeggiando Rio Grande. I lavori furono iniziati nel 1994 da Bill Clinton ed ampliati nel 2006 con l'approvazione del Secure Fence Act, votato anche dalla Hillary e Obama.
Di nuovo c'è solo il conto salato da pagare, affinché l'opera venga portata avanti ben oltre quelle poche miglia sino ad ora erette.
Stando alle recenti rivelazioni della Cnn, The Donald avrebbe, ora, già pronta la richiesta del primo stanziamento al Congresso. I documenti citati dall'emittente provengono dal Dipartimento per la sicurezza interna (Department of Homeland Security) e rivelano una cifra pari ad 1 miliardo di dollari per il finanziamento dei 99 chilometri totali di barriera previsti per l'anno in corso, al fine di ''fermare l'arrivo degli immigrati''.
La richiesta è contenuta nel supplemento al bilancio del 2017. Il business plan prevede una ristrutturazione per i 22 chilometri di muro già esistenti, e ad essi ne verranno aggiunti altri 72,2 chilometri nuovi di zecca. Il costo è sicuramente elevato per l'ampliamento di un qualcosa di previamente esistente, inoltre ad oggi l'opera si presenta meno mastodontica di come descritta inizialmente (si parlava di una muraglia che sarebbe andata da oceano ad oceano).
Nel frattempo si continuano ad eliminare le residue minoranze dell'amministrazione Obama sul fronte ambientale. Proprio in questi giorni è prevista infatti la firma di un ulteriore ordine esecutivo che eliminerà almeno 6 delle complessive misure ambientali messe in atto dalla precedente amministrazione. Tra di esse la direttiva che regola l'emissione di agenti inquinanti ed i relativi obblighi legislativi finalizzati al raggiungimento degli standard prefissati. Trump ha esplicitamente dichiarato che le manovre ambientali non sono che una inibizione alle possibilità di sviluppo economico americane, che ostacolano la ''produzione energetica e la conseguente creazione di posti di lavoro''. Rimane per il momento fuori discussione l'accordo di Parigi sul clima, il quale stabilisce misure per mitigare le emissioni di gas serra, entrato in vigore a fine 2016.