Lunghi capelli castani, grandi occhi a mandorla, carnagione bianchissima: lei è una bella ragazza dai tratti orientali, si chiama Erica ha 23 anni e vive a Kyoto. Ha dei segni talmente particolari da renderla unica: è un robot, il robot più umano che sia mai stato creato, perché il più simile a noi.

Il suo papà, Hiroshi Ishiguro, è un ricercatore genialoide dell'università di Osaka che da anni lavora per realizzare umanoidi in grado di replicare, anche esteticamente, tutta la nostra essenza. Ed Erica è il più prodigioso risultato mai raggiunto, con una missione precisa: farci da specchio per aiutarci a capire chi siamo noi esseri umani.

Erica, il più bello e intelligente androide al mondo

Erica è l'umanoide più avanzato al mondo, realizzato da Hiroshi Ishiguro con il collega Dylan Gras e un team composto dall'università di Osaka, l’università di Tokyo e l’ATR (Advanced Telecommunications Research Institute International) nell'ambito di un progetto senza precedenti anche per l'entità del finanziamento concesso dal governo giapponese pari a 60 miliardi.

Certo a guardarla bene 'pecca' un po' in quanto a fissità del viso, e sebbene simuli espressioni facciali, l'espressività non è del tutto come la nostra. Ma sa comunicare, interagire, rispondere alle domande, parlare di sé, raccontare ciò che ha fatto, ridere.

Erica ama molto ridere, anche se la sua risata risulta ancora un po' troppo meccanica, mentre ha un timbro della voce che pare quello di una ragazza in carne e ossa.

Lei stessa si rammarica di non poter ancora muovere gambe e braccia ma, se interpellata, racconta fiduciosa che sa che presto sarà in grado di farlo.

Ha supearto di gran lunga la precedente creazione di Ishiguro, Geminoid HI-1 androide a immagine e somiglianza del ricercatore. Per realizzarla Ishiguro ha preso spunto da 30 immagini di donne e ha mescolato le loro caratteristiche per ultimare viso, naso, occhi e tutto il resto.

La filosofia dietro un robot: scoprire come è fatto un essere umano

Curiosa sintesi di quanto di pù avanzato, la robotica e il campo dell'intelligenza artificiale, con ciò che vi è di più antico, la filosofia, intesa come pensiero che indaga sui misteri, a cominciare dall'enigma della condizione umana, i creatori di Erica, Gras e Ishiguro, spiegano nel documentario realizzato dalla testata inglese The Guardian, che il fine del progetto è di capire chi siamo noi umani; che Erica ci fa da specchio; che costruire la sua mente e personalità, è un pretesto per capire che significa esssere umani, che cosa sia la natura umana.

Secondo gli ideatori, non sappiamo quasi niente di come funzioni il nostro cervello, la memoria; di come nascano intenzioni e desideri. E poi è interessante verificare come l'umanoide possa influenzare l'interazione tra le persone. Replicare il nostro funzionamento è un modo per capire meglio noi stessi.

Pelle artificiale in silicone, scheletro di metallo e capelli veri, l'androide teleguidato che funziona grazie a un software, con anima, pensiero e coscienza sarà più umano degli umani, pronto magari a sostituirci sul posti di lavoro o a fare compagnia agli anziani.

Una 'replicante' in stile Blade Runner

Ricordate Blade Runner? Il celebre film di Ridley Scott del 1982 liberamente ispirato a un racconto dello scrittore Philip K.

Dick, è ambientato nel 2017 in una Los Angeles dove i replicanti hanno passioni come noi umani, intelligenza pari a quella degli ingegneri genetici che li hanno costruiti, e sono superiori a noi come forza fisica. Ecco, Erica sembra una di loro. Ma stavoltà non è fiction; è realtà.