A mo' di giustificazione il 'reo' colto in flagranza di reato, un 19 enne di genova, ha raccontato di aver bevuto un paio di birre e che l'effetto diuretico è stato inarrestabile e 'non trattenibile'. Fatto sta che il giovane sorpreso dai carabinieri a far pipì, perché di questo si tratta, a vico Lavezzi, una stradina a due passi dal centro di Genova, è stato sanzionato con una multa di 10 mila euro.
Mi scappa la pipì papà, io la faccio qui
Proprio come in una popolare canzone degli anni '70 di Pippo Franco che racconta l'impellenza di un bisogno fisiologico, anche se in quel caso protagonista è un bambino.
L'episodio di cronaca, invece, è capitato a un 19 enne e risale al 25 febbraio scorso.
Erano le 2 e 40 di notte quando lo studente di un liceo genovese protagonista del caso, uscito da un locale in compagnia di amici, trovandosi a camminare per i vicoli del centro, dopo aver bevuto un paio di birre ha sentito un impellente bisogno di fare pipì. Ha raccontato poi, per giustificarsi, che nel suo tragitto non c'erano locali aperti e così, spinto dall'impellenza, si è fermato a svuotare la vescica a vico Lavezzi.
Galeotte furono le due birre dall'effetto diuretico e quell'urgenza di far pipì che l'ha spinto a liberarsi in strada. Poiché transitava in zona una volante dei carabinieri, i militari hanno colto sul fatto il ragazzo e, dopo averlo fermato e identificato, gli hanno contestato il reato di atti contrari alla pubblica decenza, annunciandogli che sarebbe stato multato.
Al ritorno a casa, il ragazzo ha raccontato i fatti al papà, ma il 'bello' doveva ancora arrivare.
Il verbale di contravvenzione arriva a casa: una multa a troppe cifre
Il papà del giovane 'incontinente' è ancora stordito per l'accaduto: già perché, dopo qualche giorno dall'episodio del vicolo, la famiglia ha ricevuto a casa il verbale di contravvenzione: una multa di diecimila euro.
Il papà non voleva né poteva credere ai suoi occhi; ha letto e riletto più volte la cifra, ha contattato avvocati e si è avvalso di consulenze legali finché ha dovuto arrendersi alla cruda e 'acida' verità.
Dal 2016, il reato di atti contrari alla pubblica decenza è stato depenalizzato e questo ha comportato che chi lo commetta non vada più incontro a una denuncia penale ma a una sanzione amministrativa.
E si tratta di una 'signora' sanzione: l'entità della multa è elevata al punto che da un minimo di 5 mila euro, arriva anche a 10 mila euro, come nel caso del ragazzo. Nulla la possibilità di vincere un eventuale ricorso, avendo i militari applicato la legge alla lettera.
Non restava dunque che pagare, e così ha fatto il papà del ragazzo che, decidendo di saldare il dovuto entro 60 giorni dalla consegna del verbale, ha usufruito di uno 'sconto' e ha dovuto versare un terzo della multa: 3,333 euro e 33 centesimi. Roba da calcoli urinari.