Tra il 29 aprile ed il 30 aprile del 2006, Jennifer Zacconi, di vent'anni, incinta di nove mesi, esce di casa per andare ad un appuntamento con il suo fidanzato, il padre del bimbo che aspetta e spera di potergli fare accettare finalmente quel bimbo che ormai è in arrivo a giorni.
Lui, sposato e con due figli, molto conosciuto in paese perché gestisce un bar, non ha mai accettato questa gravidanza e all'incontro va non certo portato da sentimenti d'amore o accoglienza.
Con una furia tremenda si scaglia contro Jennifer, al culmine di una lite nata proprio per quella gravidanza, la prende a calci, a pugni, le strappa i capelli, le spacca la spina dorsale e poi la seppellisce ancora viva, in fin di vita, in una fossa.
In quel momento si potrebbero forse salvare ancora sia Jennifer che Hevan, il bimbo che porta in grembo, ma lucio niero, l'assassino non ha alcuna pietà e li seppellisce vivi entrambi.
A seguito di un processo molto sentito e seguito, sia localmente che dalle trasmissioni nazionali, soprattutto per la richiesta dell'accusa di ritenere il bimbo non nato di nove mesi una persona a tutti gli effetti, nel 2008 Lucio Niero viene condannato per l'omicidio della sola Jennifer a trent'anni di carcere.
Una condanna che è apparsa subito ai familiari e non solo troppo tenera, per l'atrocità del delitto commesso e per l'aggravante di non aver avuto alcuna pietà per quella ragazza che diceva di amare e che era incinta di suo figlio.
Lucio Niero assassino di Jennifer in permesso premio
Ora, undici anni dopo quei fatti Lucio Niero può godere del suo primo permesso premio e domenica scorsa, 23 aprile ha potuto trascorrere fuori dal carcere quindici ore, che il quarantacinquenne di Noale ha trascorso a casa della sorella e del cognato a Castelfranco Veneto.
Il decreto che gli ha permesso di usufruire di questo premio è stato firmato dal magistrato di sorveglianza Isabella Cesari e risponde alla richiesta che lo stesso Niero aveva fatto all'inizio del mese di aprile.
La legge che consente questi benefici è una legge del 1975 che regola le norme sull'ordinamento penitenziario e le misure di detenzione.
Le reazioni della famiglia di Jennifer
Il padre di Jennifer, Tullio Zacconi, molto deluso ed amareggiato, ha detto di non poter dimenticare il referto del medico legale sull'autopsia, ricorda ancora le parole del referto con tutti i particolari.
Il signor Zacconi non può che essere molto deluso dalle istituzioni e dalle leggi in vigore che consentono all'assassino di sua figlia e suo nipote di poter usufruire di permessi premio.