Notizia di queste ore è che la procura di Palermo, che si occupa del caso firme false in cui sono implicati degli attivisti del movimento 5 stelle, abbia chiesto il rinvio a giudizio dei quattordici indagati. La vicenda suscita clamore in quanto risultano coinvolti tre deputati nazionali, due regionali e addirittura un cancelliere del tribunale. Il fatto in questione è relativo alle Comunali del 2012 tenutesi nel capoluogo siciliano. Le accuse scagliate dalla procura nei confronti degli indagati si basano su determinati comportamenti da questi avuti durante la consultazione degli esiti delle amministrative.

Nello specifico, ci sarebbe stata una trascrizione anomala delle firme raccolte, dopo che i protagonisti si sono resi conto che, a causa di un errore di compilazione durante la procedura standard, le stesse firme sarebbero risultate pressoché inutilizzabili. Il procuratore che si occupa del caso contesta dunque il reato di falso. Oltre a questo, ci sarebbe anche la palese violazione di una legge regionale, la quale recepisce il Testo unico nazionale in materia elettorale. Oltre a Riccardo Nuti, guida dei grillini in Sicilia e candidato sindaco proprio nel 2012, a cui viene imputato l'utilizzo delle sottoscrizioni trascritte per scopi personali, gli altri deputati nazionali invischiati nella vicenda sono le parlamentari Giulia Di Vita e Claudia Mannino.

Com'è nata la vicenda

I tre deputati nazionali coinvolti all'interno della vicenda sono stati prontamente sospesi dal Movimento in via cautelativa. Questi, durante l'interrogatorio, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Si sono rifiutati inoltre di lasciare un campione della propria calligrafia agli inquirenti. Fondamentali si sono rivelate per il proseguo dell'inchiesta le testimonianze lasciate dei consiglieri regionali La Rocca e Ciaccio, testimoni oculari di quanto accaduto.

La vicenda è nata da una serie di servizi condotti da Le Iene, trasmissione Mediaset, all'interno dei quali il professor Vincenzo Pintagro, ex attivista del Movimento, ha denunciato quanto accaduto durante quella notte.

Le reazioni

I deputati Riccardo Nuti, Claudia Mannino e Giulia Di Vita si sono detti in attesa della notificazione di richiesta da parte della procura.

Una volta che questa sarà giunta, i tre hanno promesso la convocazione di una conferenza stampa a Roma nella quale faranno il punto della situazione, dando conto dei dialoghi avuti con magistrati e delle novità di peso emerse dall'interrogatorio sostenuto. I tre onorevoli al momento parlano di "montatura ben organizzata", finalizzata alla loro esclusione dal mondo della Politica. I deputati, d'altro canto, si dicono fiduciosi rispetto al corso che farà la Giustizia, certi di poter provare la propria innocenza. Una vicenda, questa, ancora tutta da scrivere, mentre la deputata grillina Di Vita ha deciso di auto-sospendersi dal gruppo parlamentare finché non verrà fatta chiarezza.