In ogni storia ci sono sempre almeno due verità ed è quindi assolutamente giusto dare voce ad ogni parte in causa. Si è parlato dell'intervista rilasciata da Graziella Lentini, un'assistente sociale siciliana che ha raccontato la disavventura vissuta insieme a 7 colleghi e 12 ragazzi disabili da loro assistiti quando pochi giorni fa sarebbero stati cacciati malamente dal proprietario di una pizzeria di Nicolosi, che non avrebbe voluto assecondare le richieste da loro effettuate preventivamente. La quasi totalità della cittadinanza si è mobilitata a sostegno del gruppo, il sindaco ha chiesto scusa, il Codacons ha messo a disposizione i propri legali per un'eventuale causa e si sono susseguite le polemiche.

Ecco, però, che adesso è mario signorelli, gestore del famigerato locale, a voler dire la sua. L'uomo al momento si dice totalmente addolorato e incredulo rispetto a quanto vissuto insieme alla famiglia e dichiara di essere stato etichettato ingiustamente come un mostro, anche a causa della rapidità con la quale faccende come questa si diffondono tramite i social network.

Le dichiarazioni del gestore sotto accusa

Signorelli racconta di essersi messo subito a disposizione della Lentini, che a suo dire avrebbe richiesto telefonicamente un numero di posti approssimativo tra i 15 e i 20. Una volta che il gruppo è arrivato nel locale, effettivamente ha trovato tutte le sedie attorno al tavolo, scelta che il ristoratore effettua per prassi, ma Mario afferma che avrebbe tranquillamente potuto procedere tramite manovre rapide per soddisfare le esigenze di questi specifici clienti e ottimizzare anche il livello di soddisfazione degli altri.

Qualcosa, però, è andato storto e il gestore dichiara di aver sentito la Lentini, che forse aveva frainteso i toni da lui usati, rivolgersi ad una collega e dirle: 'Te l'avevo detto che non dovevamo venire in questo locale'. Da lì i toni si sono alzati e a quel punto il proprietario, pur senza offendere nessuno, avrebbe invitato l'assistente sociale a cambiare ristorante, se quello non era di suo gradimento.

Signorelli conclude dicendo di essere avvilito, perché nel corso della sua vita si è sempre schierato dalla parte delle persone in difficoltà, arrivando anche ad aiutare attivamente vittime di bullismo. E anche se ritiene di non aver fatto niente di male, è disposto a domandare perdono: 'Desidero chiedere scusa nella loro sede e ospitarli nel nostro locale. Gli errori vanno sanati'. A questo punto, si riuscirà a siglare una tregua?