Anche l'ultima edizione del Premio Pulitzer, il più prestigioso riconoscimento americano verso il giornalismo, brani musicali di alto impatto sociale e successi letterari di alto spessore, si è conclusa. A mettere nel carniere il più alto numero di riconoscimenti è stata la testata giornalistica New York Times, alla quale sono stati assegnati i premi come migliore copertura a livello internazionale, miglior reportage ed infine quello per le migliori immagini. Ma se da un lato questa testata ha sbancato il botteghino, dall'altra il vero vincitore e quindi la grande rivelazione nell'ambito dell'informazione americana è stato il giornalista David Fahrenthold del Washington Post.
A portare il giornalista alle luci della ribalta è stata l'inchiesta da lui effettuata riguardante le "donazioni benefiche" promesse dal nuovo Presidente degli Stati Uniti Donald Trump nel corso della sua campagna elettorale per la corsa alla Casa Bianca. In varie occasioni, l'allora aspirante Presidente prometteva di devolvere ben 6 milioni di dollari da suddividere in varie opere caritatevoli. Oltre a questa già consistente somma, sempre Trump, aggiungeva ben 1 milione di dollari personali da devolvere alle varie associazioni dei Veterani di Guerra presenti nel Paese. Sempre nel corso della sua campagna elettorale, Trump assicurava il popolo americano che tali promesse erano state da lui mantenute.
Ma se da un lato venivano date rassicurazioni agli elettori, dall'altro il giornalista del Wastington Post voleva vederci più chiaro e proprio durante le varie inchieste Fahrenthold è venuto a conoscenza che nessuna delle promesse fatte in campagna elettorale da Trump erano state portate a buon fine. Ma il giornalista però non si è accontentato e ha continuato a scavare nel passato del nuovo Presidente.
Quello che ne è uscito fuori non è certamente la figura di un grande filantropo votato alla beneficenza, ma al contrario è emerso il ritratto di una persona non del tutto trasparente che per aumentare il suo carisma avrebbe spesso "gonfiato" l'entità delle donazioni da lui effettuate in tale ambito.
Alla luce dei nuovi fatti emersi, e non potendo controbattere con i dati riportati da Fahrenthold sulla testata giornalistica di appartenenza, il nuovo Presidente degli Stati Uniti non ha potuto far altro che correre ai ripari versando interamente le somme da lui promesse in campagna elettorale.