Un microchip da inserire nel cervello, per collegare la mente ai computer e ottimizzare l'intelligenza umana. Scenari fantascientifici, se non al limite del delirio immaginativo, ma per qualcuno serissimi obiettivi da realizzare in un futuro prossimo che valgono un lavoro serrato e milioni di dollari di investimenti.

Il potenziamento artificiale del cervello è proprio la meta di Kernel, start up innovativa e hi-tech finanziata con 100 milioni di dollari dal suo padre e fondatore, Bryan Johnson. Il giovane imprenditore reduce dall'aver messo su una società di pagamenti on line, punta ora molto più in alto: cambiare la storia dell'umanità.

Il primo passo è usare microchip da installare nel cervello per regolarne l'attività elettrica così da combattere e sconfiggere malattie, aiutare chi soffre di Alzheimer, epilessia, depressione e forme di demenza, o chi ha problemi di memoria dovuti a traumi. Ma il progetto della Kernel è anche di mantenere il passo con i computer, non farci schiacciare dalle macchine; collegare il nostro cervello ai terminali e sviluppare un livello di efficienza e funzionalità impensabile; un'intelligenza super. E chissà magari, a seguire, l'immortalità. Giorno verrà in cui sarà possibile impiantare piccoli elettrodi nel cervello attraverso i quali scaricare file nel corpo-macchina umana e trasferire pensieri sul pc.

Tempo previsto di attuazione del progetto: 15 anni, densi come fossero un secolo.

Il mormone che vuole lasciare il segno

Johnson, padre e fondatore di Kernel, è un personaggio singolare: una volta missionario mormone, poi venditore porta a porta, ora profeta della tecnologia; la sua unica religione oggi è la 'neurotecnologia'.

E' convinto che l'esistenza umana sarà programmabile attraverso l'interfaccia tra biologia e macchine. La sua magnifica ossessione è di offrire un contributo importante all'umanità; anzi segnare una svolta nella storia umana, ovviamente puntando anche a fare affari. Siamo una società di lucro, spiega orgoglioso. Il lavoro più importante perciò è sull'intelligenza umana, la risorsa più potente che esista nell'universo conosciuto.

Solo l'interrelazione tra intelligenza naturale e artificiale farà la differenza. Dallo scorso agosto, la neonata Kernel è al lavoro per costruire la prima protesi neurale e valorizzare l'intelligenza umana come mai prima.

L'uomo, la macchina più affascinante su cui agire

L'ex mormone, amministratore delegato e principale finanziatore, nel 2013 ha venduto la sua società di pagamenti on line a Paypal per 800 milioni di dollari per creare Os Fund, un fondo d'investimenti con cui ha speso 100 milioni di dollari per perseguire l'idea lievemente ambiziosa: riscrivere il sistema operativo della vita, da cui il nome della Start Up Kernel, che sta per seme, nucleo ma anche anima delle cose. L'obiettivo è di arrivare a un prodotto commerciale finito, un prodotto medicale, che forse non sarà il primo essendo in corso esperimenti intrapresi anche dalla Defense Advanced Research Projects Agency (Darpa), l'agenzia del dipartimento della difesa statunitense che si occupa di tecnologia e ha allo studio programmi di interfaccia uomo-macchina da inserire nel cervello e che pure ha cofinanziato il progetto Kernel.

Jonhnson non è il solo né l'unico a credere che la 'neurotecnologia' possa fare grandi cose. Nella Silicon Valley, altri fanno il suo stesso percorso. Elon Musk, fondatore di Tesla e PayPal ha creato una società analoga, Neuralink, che punta alla simbiosi con le macchine. Affinché cyborg sia.