Il Giro d'Italia è una tradizione per il Paese, non solo per gli amanti della bicicletta. Ma al di là del giro, gli italiani compiono 6 miliardi e 206 milioni 587.766 pedalate, almeno secondo il primo Rapporto sull’Economia della bici in Italia e sulla Ciclabilità nelle città, realizzato da Legambiente in collaborazione con Velolove e Grab+. Gli italiani che usano la bicicletta per fare il percorso casa-lavoro sono 743mila e sono particolarmente numerosi, in rapporto alla popolazione lavorativa, a Bolzano (il 13,2% degli occupati raggiunge il luogo di lavoro in bici), in Emilia Romagna (7,8%) e in Veneto (7,7%).

L'Italia è tra i maggiori produttori di biciclette, con una quota del 18% e le 2 ruote risultano particolarmente popolari a Pesaro e Bolzano, dove le usa un abitante su 3 per andare a lavorare, e poi a Ravenna, Reggio Emilia, Treviso e Ferrara (con percentuali di utilizzo tra il 22% e il 27%) nonché a Cremona, Rimini, Pisa, Padova, Novara e Forlì (dove le usa almeno il 15% della popolazione locale). Il cicloturismo muove qualcosa come 2 miliardi di euro (dato del 2015).

In parallelo con l'analisi di Legambiente, la prima indagine nazionale sugli spostamenti e la mobilità condivisa nelle università (37 gli atenei coinvolti: 14 nel Nord Italia, 12 al Centro, 11 nel Sud e nelle Isole), promossa dal Coordinamento nazionale dei Mobility manager di Ateneo col supporto della Rete delle università per lo sviluppo sostenibile (RUS) e il coordinamento scientifico dell’Università di Milano-Bicocca, attesta che le proprie gambe o la bicicletta sono il mezzo preferito da chi si reca in università.

Sulla base di 70mila interviste è emerso che nel 17% dei casi, studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo preferiscono utilizzare queste 2 modalità di spostamento, nel 22% dei casi sfruttano mezzi privati a 2 o 4 ruote e nel 61% dei casi si affidano al trasporto pubblico. La ricerca ha anche evidenziato che in media il tragitto di andata e ritorno verso e dall’università dura, a livello nazionale, un’ora e quaranta minuti, ed ha un impatto medio sulle emissioni di anidride carbonica pari a 4,5 chilogrammi a testa ogni giorno.

Ancora Legambiente ha evidenziato che le positive ricadute sulla salute legate all’uso della bicicletta producono risparmi sanitari pari a un miliardo 54 milioni e 59.446 euro l’anno e generato un business di 488 milioni di euro nel 2015 (somma a cui bisogna aggiungere quella del mercato di parti e accessori, pari a 483,540 milioni).

Dalla ricerca nelle università è risultato che lo spostamento a piedi o in bicicletta riscuote voti medi, in termini di gradimento, rispettivamente di 7 e 7,5 (su una scala 1-10) tra gli studenti e i docenti/il personale tecnico-amministrativo, la mobilità condivisa di 6,6, moto e scooter di 6,5 i treni di 5,1. Buon ultima l’automobile, con 5,3. Il rapporto dell'associazione ambientalista sottolinea invece la buona diffusione, seppur non omogenea, del bike sharing: a Milano, Brescia, Bergamo, Aosta, Pisa e Lodi la disponibilità media è di oltre 2 biciclette ogni 1.000 abitanti, mentre a Perugia, Palermo e Napoli è 10 volte inferiore. A livello universitario car sharing e bike sharing sono risultate le opzione predilette tra chi ricorre alla mobilità condivisa: gli studenti che condividono il viaggio lo fanno in genere con compagni di studio e amici, mentre docenti e personale tecnici-amministrativi soprattutto con i familiari.

A spingere verso la sharing mobilita sono la convenienza economica, il rispetto dell’ambiente, la possibilità di non pagare il parcheggio e la maggiore adeguatezza rispetto agli spostamenti personali.