Francesco, il bambino di 7 anni finito in coma per un'otite bilaterale trattata con metodi omeopatici, non ce l'ha fatta. E' deceduto nella giornata di ieri, sabato 27 maggio. Il bollettino diramato dai medici ha confermato la morte cerebrale. Ma andiamo a ricostruire nel dettaglio questa vicenda che ha avuto un drammatico epilogo.
Un'otite curata con l'omeopatia: Francesco morto a 7 anni
Nonostante il piccolo avesse una febbre molto alta, i genitori non si sono rivolti al pediatra di famiglia, ma per due settimane gli hanno somministrato le terapie omeopatiche prescritte da un medico omeopata.
Il bambino, dai tre anni in poi non è stato mai trattato con un antibiotico e quindi anche stavolta i genitori hanno preferito affidarsi alle indicazioni che ha dato loro l'omeopata, che seguiva Francesco da alcuni anni.
Per il bambino di Cagli (Pesaro) è iniziata una vera e propria via crucis. Le cure omeopatiche non hanno sortito alcun effetto e l'infezione è andata in progressione. Il 23 maggio scorso il piccolo è stato ricoverato all'ospedale di Urbino in stato di incoscienza. In un secondo momento, a causa dell'aggravarsi delle sue condizioni, è stato invece trasferito all'ospedale Salesi di Ancona. Il bambino vi è arrivato in coma. I medici l'hanno operato d'urgenza per rimuovere un importante ascesso che si era formato nel cervello.
Vana anche la somministrazione di una terapia antibiotica d'urto. Nell'ultimo bollettino di ieri si parlava di condizioni gravissime. Purtroppo non c'è stato niente da fare e l'infezione, non curata adeguatamente al suo esordio con un antibiotico, è progredita fino a produrre danni irreversibili.
I genitori hanno dato l'assenso per la donazione degli organi del figlio.
A dichiararlo è la coordinatrice della regione Marche per i trapianti: "Nel momento più brutto della loro vita, i genitori del piccolo vogliono dare una speranza ad altri pazienti, aiutandoli a salvare le loro vite". Il direttore del centro nazionale trapianti ha espresso il ringraziamento ai genitori del piccolo Francesco, che con il loro via libera all'espianto permetteranno ad altri bambini di affrontare la loro malattia.
Intanto ai microfoni di Sky Tg24, Fabio Santelli, direttore di anestesia e rianimazione pediatrica all'ospedale Salesi di Ancona, ha dichiarato che in questi casi se si vede che il quadro clinico non migliora, dopo tre o quattro giorni bisogna fare ricorso all'antibiotico, al di là di ogni convinzione personale. Intanto, il nonno del bambino, intervistato da Il Resto del Carlino, ha fatto sapere che la famiglia avrebbe intenzione di agire legalmente contro l'omeopata.