Cambiano i criteri per l'assegnazione dell'assegno di mantenimento al coniuge, non più in base al tenore di vita usufruito durante le nozze, bensì secondo il criterio di autosufficienza economica.
Non più una "sistemazione definitiva"
Le cose cambiano e così anche i criteri per l'assegnazione dell'assegno di mantenimento; secondo una sentenza della Corte di Cassazione, il matrimonio non sarà più una "sistemazione definitiva ma un atto di libertà e di autoresponsabilità".
La sentenza è stata emanata dopo che la storia tra un'imprenditrice e un ex ministro è finita in tribunale proprio perché la donna, terminata la relazione col marito, aveva fatto richiesta dell'assegno di mantenimento, per altro già negatole nell'anno 2014 dalla Corte d'appello di Milano.
L'ex Ministro, per altro ora banchiere, ha espresso la volontà di rimanere nell'anonimato, vietando qualsiasi autorizzazione alla diffusione del proprio nome e preannunciando azioni legali contro chi non rispetterà questa volontà.
La Corte di Cassazione ha nuovamente respinto la richiesta della donna, affermando che "il matrimonio non va inteso come una sistemazione patrimonialistica dei coniugi, bensì un legame affettivo e dissolubile" ed è stato comunicato il nuovo criterio secondo il quale il mantenimento verrà concesso solo ed esclusivamente in base al nuovo criterio di "autosufficienza economica" del coniuge che ne fa richiesta.
"Non ci si sposa per il patrimonio economico"
Il parametro che veniva utilizzato in precedenza per l'assegnazione del mantenimento non è più in vigore, cambia il criterio di "tenore di vita" con quello di "autosufficienza economica".
"Un passo in avanti - ha comunicato la Cassazione - in materia di divorzi, affinché i vari coniugi capiscano che il matrimonio non è un legame patrimonialistico indissolubile, ma l'unione affettiva di due persone che si vogliono bene", non badando quindi al conto corrente del più ricco.
L'assegno di mantenimento rimane un diritto per tutte quelle persone che da sole non sono in grado di mantenersi completamente, ma non lo è più per chi invece da single riesce benissimo a farlo.
La sentenza emanata è la numero 11504/2017 e secondo il Presidenze dell'Associazione Matrimonialisti Italiani, Gian Ettore Gassani, avrà sicuramente una valenza storica in quanto la Corte di Cassazione ha decisamente rivoluzionato il procedimento del mantenimento dopo il divorzio, non obbligando il coniuge più ricco a dare sostentamento finanziario a quello con meno reddito.
Sarà la fine dei matrimoni per convenienza? Questo non possiamo saperlo, ma sicuramente prima di sposarsi ora, ci si penserà due volte.