Domani, 23 maggio, è l'anniversario della strage di Capaci. Il calendario del 2017 indica che sono passati 25 anni da quel giorno in cui, sulla A29, tra Capaci e Palermo, perse la vita il magistrato Giovanni Falcone. E con lui, nell'esplosione azionata dal sicario di Totò Riina (Giovanni Brusca), morirono anche la moglie Francesca Morvillo e 3 agenti della scorta. Palermo si avvia alle nuove elezioni, il 25 giugno, ma non ha dimenticato questa ferita, che all'epoca dei fatti, decretò il trionfo di Cosa Nostra sullo Stato.

Lo scontro tra Falcone e Leoluca Orlando

Poco prima dell'assassinio di Falcone, che la magistratura ha poi definitivamente attribuito a Cosa Nostra, il magistrato siciliano fu sottoposto a un interrogatorio dal Csm. Era il 15 ottobre 1991 e le accuse portavano la firma di Leoluca Orlando. Nel dettaglio, Falcone era accusato di "non aver indagato sugli appalti, su Salvo Lima e sull'imprenditore Costanzo come mandanti dell'assassinio di Piersanti Mattarella", allora presidente della Regione, assassinato il 6 gennaio 1980. Alle accuse di negligenza mossegli da Orlando, il magistrato disse parole che ancora oggi fanno discutere: "La politica dei grandi appalti a Palermo non è ancora trasparente e con Orlando sindaco Ciancimino è tornato a imperare." Le parole di Falcone non ebbero mai un'alta risonanza.

Di fatto, l'interrogatorio del 15 ottobre 1991 fu seguito da uno sciopero generale contro la super procura e il Csm provvide a bloccare la nomina di Falcone a procuratore nazionale di Palermo.

Ilda Boccassini e l'ipocrisia della Giustizia siciliana

Ilda Boccassini, responsabile della Direzione Distrettuale antimafia di Milano, è stata una tra le poche voci fuori dal coro a esprimersi in difesa di Falcone dopo la sua morte.

Denunciando un'ipocrisia della macchina della giustizia che, a suo dire, avrebbe impedito di fare luce sulla verità. Invitata nel 2016 all'inaugurazione milanese de 'Gli invisibili, ammazzati dalla mafia e dall'indifferenza', avrebbe detto che "il cratere lasciato dall'esplosione di Capaci non andava subito riempito" e "Quella è stata la prima rimozione voluta dal nostro Paese e forse accettata dalla stragrande maggioranza dei siciliani." Fino a concludere che "cancellare tutto fa dimenticare.

Ecco, questo è l'errore che noi facciamo rispetto a questi fatti."

Elezioni a Palermo dell'11 giugno

Come denunciato più di un anno fa da Ilda Boccassini, la verità non va sepolta e cancellata. Come non si doveva cancellare le prove, seppellendo quel tratto di autostrada sotto il cemento subito dopo la strage, non si deve rinunciare a fare verità. Rispetto a fatti bui e a pagine angosciose della storia d'Italia, è importane che la verità emerga e sia fatta sempre. In questa prospettiva e con questa eredità, la città di Palermo si volge a nuove elezioni. L'11 giugno la città siciliana sceglierà il nuovo sindaco. Leoluca Orlando, già sindaco per cinque anni, corre per un'ennesima conferma.