Vincenzo Onorato nasce a Napoli il 14 maggio 1957 da una famiglia di armatori originari dell'Isola di Ponza.
Nell'anno 1880 la famiglia Onorato con due piccole navi a vela, La Maddalena ed il Trovatore, inizia i collegamenti con la Sardegna, nel 1900 le navi diventano a vapore, la flotta si ingrandisce ed arrivano le petroliere: dopo la seconda guerra mondiale arrivano le navi classe Liberty in rotta dall'Italia per la Gran Bretagna e il Nord America.
Nel 1965 Vincenzo, insieme al padre, viaggia per tre mesi con il cutter di famiglia e da quel momento nasce il suo amore profondo per il mare e le barche.
Arrivano le Superiori e successivamente l'iscrizione ad Economia marittima, poco dopo la laurea decide di fondare la Moby Lines, le grandi navi veloci con l'ormai famoso logo della balena blu.
Da quel momento è tutta una crescita verso una realtà che attualmente consta di 64 navi, 41.000 partenze programmate da 30 porti diversi con 6 milioni di passeggeri all'anno, una realtà che dà lavoro a 4.700 dipendenti di cui 4.500 italiani. Sì perchè per Onorato questo è un segno distintivo, una sua una caratteristica imprenditoriale: dare lavoro agli italiani.
Ma Vincenzo Onorato non è certamente un razzista o un sovranista dell'ultima ora, la sua dimensione nazionale è il frutto di una oculata e corretta scelta imprenditoriale che si pone contro l'attuale andazzo del mercato marittimo mercantile.
Infatti, grazie alla scorretta applicazione di una legge, la numero 30 del 1998 in effetti emanata a favore dell'armamento italiano, alcuni colleghi di Onorato, nel corso del tempo, hanno privilegiato le assunzioni di lavoratori stranieri, soprattutto extracomunitari, sottopagandoli e senza concedere le dovute garanzie contributive.
E' purtroppo una consolidata realtà il fatto che la defiscalizzazione applicata al settore ha invero prodotto l'effetto contrario a quello sperato.
Infatti inizialmente la defiscalizzazione avrebbe dovuto comportare l'obbligo dell'armatore di assumere cittadini italiani, ma, come detto, nel corso del tempo, molti imprenditori si sono sottratti a tale imposizione, il che ha creato una forte crisi di occupazione italiana nel settore.
Ma Onorato dice no. Egli va contro corrente, la sua scelta di assumere italiani è un modo di portare avanti la sua battaglia per una corretta regolamentazione del mercato del lavoro marittimo e quindi della qualità dei servizi.
Onorato non si ferma solo sul lavoro, pensa anche alla collettività e nel 2007 decide di avviare una scuola a vela per avvicinare i ragazzi difficili a questo sport e soprattutto al mondo del mare con risultati encomiabili: più di 900 giovani grazie ad Onorato si sono infatti avvicinati alla vela. Un paese con meno......e più Onorato come sarebbe bello!