Arriva al Cinema nelle sale, a partire dal 4 luglio, L'ultima ora. Un film francese (distribuito da Teodora Film e vietato ai minori di 14 anni) del regista Sebastien Marnier. Thriller inquietante, drammatico della durata di un'ora e 44 minuti, tratto da un romanzo di Christophe Dufossè. La trama è avvincente e si svolge in vari filoni, ma rimane sempre chiara per tutta la durata della proiezione fino al colpo di scena finale magistrale.
La trama de L'ultima ora di Sebastien Marnier
La storia di svolge in un liceo frequentato da ragazzi e ragazze di buona famiglia, studenti molto intelligenti, che nella prima scena assistono al suicidio di un loro professore, che si uccide buttandosi dalla finestra dell'aula dove insegna, sotto gli occhi dei ragazzi.
Tutta la classe è terrorizzata, eccetto sei di loro, come se la morte non li spaventasse o addirittura fossero contenti di tale gesto.
Il professore viene sostituito da un supplente, un giovane sui quarant'anni, che non ha ancora realizzato niente nella sua vita, è indietro sia nel lavoro, sia nella vita affettiva e quando incontra questi sei ragazzi ne rimane soggiogato. Egli invece di essere il maestro che deve indicare la strada a questi giovani, si lascia coinvolgere e solidarizza con loro fino alla parte finale della storia dove tutto ciò che si era supposto, si ribalta e lo spettatore si trova davanti a un fine che non si sarebbe mai aspettato.
Il genere del film fantastico ma con soluzione finale quasi apocalittica
Il pericolo, lo si capisce, verso la fine del film, è sempre l'uomo, che con le sue gesta sbagliate sta avvelenando la Terra, il luogo in cui dovranno vivere i suoi figli, che sono gli unici che si stanno accorgendo di quello che sta succedendo. Il regista, quindi vuole mandare un messaggio a chi guarda il film: il futuro non è semplice come sembra, i ragazzi se ne sono accordi prima degli adulti; sarà dura vivere per le generazioni future.
Il potere del film è la visione che ti conduce a un ragionamento e, nella parte finale, con un colpo di scena magistrale, gli spettatori più attenti potranno dedurre il messaggio intrinseco nascosto nella trama del romanzo da cui Sebastien Manier ha tratto ispirazione per la sua regia.
Non c'è futuro sul pianeta se l'uomo non cambierà i suoi comportamenti sia nella politica che nell'ambiente, sembra che dica il regista.
Il futuro fa paura, gli adulti non ne sono consapevoli perché buona parte della loro vita l'hanno già vissuta, ma gli adolescenti sentono il peso di ciò che è sulle loro spalle.
Un finale che lascia l'amaro in bocca a chi ha recepito il messaggio nascosto nelle pieghe della recitazione degli attori, tutti molto bravi!