Che soffrisse di un grave disturbo della personalità nell'ambiente di lavoro lo sospettavano in molti, ma non c'erano elementi per sospenderla dal servizio. E' diventato molto più di un semplice sospetto quando, esattamente un anno fa, un'infermiera dell'ospedale di isernia ha ucciso in corsia il padre di una sua collega facendogli ingerire acido cloridrico per dispetto e vendetta. La "colpa" della collega è stata quella di aver potuto tenere il posto di lavoro mentre lei era stata trasferita. L'infermiera di 45 anni, unica indagata in una storia macabra e folle, stamattina è stata arrestata dai carabinieri nella sua casa con l'accusa di omicidio volontario e aggravato.

Infermiera killer in corsia solo per dispetto

La vittima della follia di un'infermiera, il padre della sua collega, Celestino Valentino, 77 anni, di Pratella in provincia di Caserta, era ricoverato da mesi nel reparto di lungodegenza dell'ospedale del Santissimo Rosario di Venafro per un ictus che lo costringeva all'immobilità. La mattina del 22 giugno di un anno fa, la moglie dell'anziano e la figlia infermiera lo trovarono in condizioni estreme con ustioni e gravi lesioni al cavo orale e alla trachea dopo aver ingerito la sostanza corrosiva che gli era stata somministrata dall'infermiera killer. L'anziano trasferito d'urgenza a Isernia, morì dopo atroci sofferenze il 30 giugno. L'autopsia svelò che la morte non c'entrava nulla con il suo ictus.

La conferenza in Procura

La procura della Repubblica di Isernia che ha emesso l'ordine di arresto, ha ricostruito questa mattina in una conferenza stampa la macabra vicenda. Per poter assistere il padre malato, la collega dell'infermiera killer aveva potuto usufruire della legge 104 sull'assistenza ai familiari con grave disabilità, ed evitato il trasferimento.

Invece l'arrestata, nell'ambito di una riorganizzazione aziendale, era stata trasferita dall'ospedale di Venafro a quello di Isernia. In realtà un cambiamento non rilevante, essendoci una distanza di appena 30 chilometri, vissuto dalla donna come un grave affronto. Una decisione che le ha scatenato risentimento unito a bramosia di vendetta nei confronti di quella che nella sua mente era la "rivale" che l'aveva scavalcata.

Fino a decidere di fargliela pagare colpendo il padre, un anziano inerme e malato. "Dopo un anno di indagini, il gip ha ritenuto che tutto il possibile sia stato fatto e gli elementi probatori a carico di questa infermiera sono schiaccianti", ha detto Paolo Albano, procuratore capo di Isernia. Tra questi, testimoni che l'hanno vista entrare e uscire dal reparto il 22 giugno quando avrebbe dovuto essere a casa in convalescenza, e le immagini delle telecamere a circuito chiuso di un negozio che mostrano l'infermiera intenta a comprare la sua "arma", tanto silenziosa quanto mortale, un flacone di acido cloridrico.

Dopo l'omicidio ha continuato a lavorare

Fino ad oggi aveva continuato a lavorare come se niente fosse, persino a fianco della figlia della vittima perché era riuscita a farsi annullare il trasferimento.

Stamattina i carabinieri l'hanno arrestata ma si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Proprio a marzo la famiglia Valentino in una lettera aperta aveva espresso indignazione perché a distanza di quasi un anno dall'omicidio del loro congiunto, il responsabile non era ancora stato assicurato alla giustizia. Un recente caso analogo, si è verificato a Saronno, provincia di Varese, dove un'infermiera, Laura Taroni, è stata accusata di aver ucciso con la complicità del suo amante, l'anestesista Leonardo Cazzaniga, madre e suocera.