Ci sono casi, che vale assolutamente la pena segnalare, in cui l'applicazione della legge riesce a garantire ai cittadini l'esercizio dei loro diritti in maniera del tutto soddisfacente. Angelica è una bimba di 8 anni con Autismo proveniente da Arielli, piccolo comune con poco più di 1000 abitanti della provincia di Chieti. I suoi genitori hanno presentato un ricorso contro la ASL 2 di Lanciano-Vasto-Chieti spiegando che la figlia non beneficiava dei trattamenti terapeutici stabiliti nelle linee guida nazionali. Ebbene, la Onlus Autismo Abruzzo ha reso noto che, dopo il Tribunale di Teramo, adesso anche quello di Chieti, tramite la pronuncia del Giudice del Lavoro Ilaria Prozzo, ha accolto il ricorso ed emesso un'ordinanza che condanna l'azienda sanitaria a prendere immediatamente in carico la bambina e a coprire integralmente le spese necessarie alle sue cure.

Cure immediatamente esigibili per le persone con autismo

Nell'ordinanza, la dottoressa Prozzo ha indicato come il diritto oggetto di tutela abbia una sicura rilevanza costituzionale e ha sostenuto che l'età della piccola, che è in una fase di crescita, e la necessità di assicurarle una totale integrazione all'interno del contesto in cui vive dimostrano in maniera evidente l'esistenza in questa fattispecie del cosiddetto periculum in mora, ossia del rischio di subire un danno grave in caso di ritardo nell'ottenimento del provvedimento richiesto. Non ci sarà quindi nessuna lista di attesa per Angelica ma la ASL, almeno provvisoriamente, dovrà da subito sostenere i costi dei trattamenti necessari alla bambina e somministrarle le cure o in maniera diretta, o mediante delle strutture specializzate oppure tramite la terapia a domicilio.

Non è la prima condanna in Abruzzo

Questo non è il primo caso in cui una ASL abruzzese subisce una condanna del genere. Qualche mese fa, il tribunale di Teramo aveva accolto il ricorso presentato, sempre in concerto con la stessa associazione non profit, dai genitori del piccolo Mattia, bambino di 10 anni che da 3 svolgeva un'attività di riabilitazione a carico esclusivamente della sua famiglia, a causa del rifiuto di presa in carico da parte dell'azienda sanitaria teramana.

Un segnale di questo tipo sicuramente spingerà la Regione ad impegnarsi per adeguare l'erogazione dei propri servizi, al fine di assicurare ai cittadini con autismo uno standard all'altezza dei loro bisogni. La speranza, a questo punto, è anche anche il resto del Paese riesca a fare altrettanto.