Un muro di contenimento della strada statale 106 è crollato nei pressi di Germaneto, in provincia di Catanzaro. Lo scorso 26 maggio la rampa 6 dello svincolo della stessa località era stata chiusa al traffico per consentire alcune verifiche su un muro, che aveva presentato segni di cedimenti strutturali.

Il tratto di strada inaugurato cinque anni fa

La procura di Catanzaro ha aperto una indagine perché questi episodio interessano un tratto della strada statale ammodernato non più di cinque anni fa. La Guardia di Finanza ha effettuato alcuni sopralluoghi e sono state effettuate alcune verifiche sul tipo di materiali usati nei cantieri del tratto tra Simeri e Copanello; sono già state interrogati alcuni imprenditori e lavoratori che sono stati impegnati nei lavori.

Dal momento che sono continui i crolli e i cedimenti in questo nuovo tratto di strada, il sospetto è che siano stati utilizzati materiali scadenti nonostante l'Anas abbia stanziato centinaia di milioni di euro. Un comportamento criminale da parte di chi ha effettuato i lavori, dal momento che sono migliaia gli automobilisti che percorrono il tratto di strada per raggiungere il capoluogo di regione.

Il M5s aveva denunciato tutto già nel 2015

Sin dall’inizio del 2015 il deputato del M5S Paolo Parentela ha lanciato l’allarme sulla pericolosità del tratto su cui adesso indaga la Procura di Catanzaro. In particolare il deputato ha ricordato di avere presentato una interrogazione parlamentare all’allora Ministro delle Infrastrutture, Graziano Del Rio, il quale, però non ha mai risposto.

Parentela ha affermato che l’indifferenza della Politica ai gridi di allarme dei cittadini sulla qualità dei lavori di realizzazione delle infrastrutture in Calabria è una grave colpa di cui dovrà rispondere in sede penale.

Il deputato del M5s ha argomentato che la sua interrogazione aveva preso spunto dalle conclusioni negative dell’organo di verifica della qualità dei lavori svolti e che adesso è davvero magra la consolazione di avere avuto ragione perché a pagare sono i calabresi, destinatari ultimi delle infrastrutture, i quali sono beffati due volte: la prima per avere dovuto aspettare decenni per vederle realizzate, la seconda per il fatto che esse sono state realizzate in maniera approssimativa, dal momento che sono cadenti dopo pochi anni dalla loro realizzazione.

Ora l'indagine farà il suo corso ma il pericolo per gli automobilisti resta.