Uccisa a causa del delirio allucinogeno di uno sconosciuto. Il 30 maggio scorso Giuseppina Casasole, una turista di 60 anni, è morta dopo aver fatto un inspiegabile volo di 50 metri dopo essere precipitata da un ripido pendio nel vallone di San Giovanni nel comune di Limone, località alpina del cueenese dove si trovava in vacanza. Sembrava un incidente, finché l'ipotesi è stata scartata quando è emerso che a buttarla giù era stato, senza motivo, uno sconosciuto, Samuele Viale, 19 anni, un ragazzo della zona che ha confessato l'omicidio. Era sotto effetto di sostanze allucinogene.
Era andata a raccogliere fiori, le ricerche della donna scomparsa
Tutto è iniziato quando la figlia della povera vittima anche lei in vacanza a Limone, non vedendo rientrare la mamma la sera del 30 maggio, preoccupata ha dato l'allarme e ne ha denunciato la scomparsa al comandante della locale stazione dei carabinieri. Sapeva che sua mamma la mattina era partita con il cane a fare una passeggiata per raccogliere fiori nel Vallone di San Giovanni, ma non l'ha vista più tornare. Le ricerche sono iniziate dal pomeriggio e sono continuate fino alle 23 dello stesso giorno, quando è stato rinvenuto il corpo senza vita della donna precipitata dal pendio alto 50 metri. L'iniziale ipotesi di morte accidentale è stata scartata a seguito di spunti investigativi che hanno fatto emergere uno scenario inimmaginabile, assurdo, ma vero: la donna è morta perché è stata spinta nel burrone.
Le indagini dei carabinieri
Non è stato un banale quanto fatale e tragico incidente che ha causato la morte della turista, quale aver messo un piede in fallo o essere scivolata. I carabinieri del comando provinciale di cuneo e della compagnia di Borgo San Dalmazzo, coadiuvati dai colleghi della stazione di Limone, hanno ispezionato la valle di San Giovanni dove è accaduto l'incidente e ascoltato molte persone: tutte hanno testimoniato di aver visto Samuele Viale, diciannovenne del posto, aggirarsi nei luoghi dove la donna era andata a prendere fiori e ha trovato la morte.
'Ho sentito delle voci, mi dicevano di darle un calcio'
Erano due perfetti estranei e sulle prime pareva impossibile collegare la presenza di Viale alla morte della donna. Perché mai avrebbe dovuto farle del male e ucciderla? Pian piano la sconvolgente verità si è imposta in maniera incontrovertibile. Viale sottoposto a fermo in qualità di indiziato di omicidio volontario, interrogato in caserma si è contraddetto molte volte.
Fino a quando, in presenza del suo avvocato è crollato e ha confessato l'omicidio: ha dato un violento calcio alla vittima, facendola precipitare nel burrone. Un omicidio assurdo il cui movente è quello del delirio pscotropo: "Ho sentito delle voci, e l'impulso di buttarla giù", ha detto. Dopo l'udienza di convalida del fermo disposto dal pm Carla Longo, da parte del gip presso il tribunale di Cuneo, l'omicida è stato trasferito al carcere Le Vallette di Torino.