"Sono colpevole. Urlerò la mia colpevolezza con tutte le forze. Non ho scuse, ho sbagliato e devo pagare. Però non sono un criminale. In televisione si parla di me come un assassino drogato: non è così". Domenico Diele, l'attore di 32 anni che nella notte tra venerdì e sabato ha investito e ucciso Ilaria Dilillo che a bordo del suo scooter faceva ritorno a casa all'uscita autostradale di Montecorvino Pugliano (Salerno), ha parlato dal carcere di Fuorni, alle porte di Salerno dove è rinchiuso. Lo ha fatto nel corso di una visita ispettiva ricevuta dal consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, la prima persona esterna al carcere che ha incontrato, come riferito dal quotidiano Il Corriere della Sera.

L'avvocato lo vedrà solo oggi all'udienza di convalida. In stato di fermo per omicidio stradale aggravato, Diele, a cui già nel dicembre 2016 è stata ritirata la patente per problemi di droga, dopo l'incidente mortale è stato trovato positivo al narcotest. Rischia 16 anni di prigione.

'Sono eroinomane ma ho fatto l'incidente perché mi sono distratto'

Parlando al consigliere Borrelli, come riporta Il Corriere della Sera, ha ammesso di essere dipendente dall'eroina, ma ha sostenuto che la droga non c'entra con l'incidente. Ha insistito a dire che non era drogato quando si è messo alla guida. La colpa sarebbe stata di una fatale disattenzione. Al consigliere regionale ha riferito d'essersi distratto con il cellulare.

La "colpa" sarebbe stata del suo telefonino malfunzionante, di aver tolto gli occhi dalla strada e di aver voluto fare una telefonata mentre era alla guida. Istanti fatali in cui sarebbe avvenuto l'investimento, lo schianto, quasi senza che se ne accorgesse.

Dipendente dalla droga dal 2009

Di fatto però, sottoposto agli esami di rito dalla polizia stradale, è risultato positivo agli oppiacei oltre che ai cannabinoidi.

In tasca gli hanno trovato anche una bustina di coca, ma sostiene che stava nel portafogli da una vita e che quella sera non aveva sniffato niente. Sapeva anche che non poteva guidare dal momento che gli era stata sospesa la patente: ma per essere presente al matrimonio della cugina in Calabria, ha preso l'auto. Dalla cella che condivide con altri detenuti comuni, Diele ha detto che ora vorrebbe incontrare il padre di Ilaria, inginocchiarsi e chiedere perdono, provare a spiegargli che è stato un incidente e non un omicidio.

Dal 2009, quando accadde il primo episodio di ritiro della patente, Diele non è riuscito a liberarsi dalla dipendenza dalla droga.

I funerali di Ilaria Dilillo

Sul feretro erano appoggiati fiori bianchi e rosa. In un'atmosfera composta con la partecipazione di centinaia di persone si sono svolti ieri pomeriggio i funerali di Ilaria Dilillo nella chiesa chiesa del Volto Santo di Pastena, a Salerno non lontano dall'abitazione in cui da quella maledetta notte Ilaria non ha più fatto ritorno. In chiesa c'erano il papà Nicola e il fratello Francesco. Da poco avevano celebrato i funerali della mamma."La sete di giustizia non sfoci in desiderio di vendetta", ha detto don Francesco che officiava il rito interpretando il pensiero del papà di Ilaria.

"Mi hanno rovinato l'esistenza, era l'unica persona che mi rimaneva, l'unico sostegno. Adesso è venuto meno e io ora sono finito", ha detto disperato Nicola Dilillo, padre della vittima, appuntato dei carabinieri in congedo. Dilillo viveva con figlia da quando era venuta a mancare sua moglie. Chiede giustizia ma è disilluso: "I 16 anni di carcere di cui si parla sono nell'immaginario. Ci sono sempre i cavilli e le attenuanti".