"Venite a prendermi. Ho ucciso il mio compagno". Dopo averlo colpito a morte con almeno otto coltellate, e aver infierito su di lui evirandolo, ha telefonato alla polizia, chiedendo d'essere arrestata. Verona Popescu, una donna di origine rumena di 50 anni, venerdì ha ucciso con cieca violenza il suo compagno, Claudio Palladino, dirigente aziendale di 63 anni. L'omicidio è avvenuto nell'abitazione della coppia, al terzo piano di una palazzina di via Mar Adriatico, zona residenziale di Modena. La donna era l'ex badante della madre di lui.

Una coppia tranquilla fino al raptus omicida della donna

Il delitto è avvenuto molto presto, tra le cinque e le sei di venerdì mattina, quando la coppia si era alzata e la signora stava preparando la colazione. È cominciato un litigio, al culmine del quale Verona Popescu, dopo essersi armata di un comune coltello da cucina - il più piccolo di una serie di quelli che si mettono nei ceppi - ha colpito il compagno con diversi fendenti, almeno otto, che l'hanno raggiunto al torace, all'addome e al collo. Subito dopo l'ha anche evirato. Palladino, originario di Montemiletto in provincia di Avellino, ha tentato di difendersi ed è stato trovato nel bagno di casa. All'arrivo della polizia che ha eseguito i rilievi, non c'era più niente da fare: l'uomo era già morto.

I vicini hanno sentito della grida, ma mai avrebbero potuto immaginare un simile epilogo. Hanno descritto la coppia come due persone "tranquille" e silenziose. Spesso vedevano Verona prendere la bicicletta per andare a fare la spesa al supermercato, e non hanno mai notato niente di anomalo. Arrestata in flagranza di reato, la rumena ha confessato il delitto.

Incertezza sul movente e dubbi sulla condizione mentale della donna

Mentre il racconto che Verona Popescu ha fornito sulla dinamica dei fatti è conforme alle prime risultanze della polizia scientifica, gli inquirenti sono alla ricerca di un movente che, per ora, resta misterioso. La donna rumena, infatti, ha fornito una spiegazione del suo crimine che, a detta degli inquirenti, risulta molto "fantasiosa".

"Si tratta di un racconto che induce il pm a fare accertamenti sulle condizioni di salute della signora" ha detto a "Il Resto del Carlino" il procuratore capo di Modena, Lucia Musti. Le dichiarazioni della donna, ad ogni modo, non sono state comunicate dagli inquirenti: le sue parole potrebbero essere state provocate dallo choc, da una condizione di infermità mentale, o dalla volontà di nascondere la verità.

Un passato da badante in casa Palladino

La cinquantenne era stata la badante dei genitori di Claudio Palladino che, fino a qualche anno fa, vivevano proprio nell'appartamento dove poi si è trasferita la coppia. La vittima aveva una figlia di trent'anni nata da un precedente matrimonio. L'ex badante, invece, ha un figlio ventenne che risiede in un appartamento vicino; il giovane viveva anche grazie all'aiuto economico che gli forniva quell'uomo che sua madre ha ucciso, incrementando la casistica di donne che diventano assassine.