Nerina Renda, cinquantatreenne di Lamezia Terme, insieme ad un imprenditore è finita in manette per corruzione. La donna era una funzionaria del quarto Settore immigrazione rifugiati. Insieme a Salvatore Lucchino, settantatreenne anch'esso di Lamezia Terme, gestore della cooperativa Gianal, che si occupa di accoglienza, avrebbe chiesto una convenzione con la prefettura per la gestione delle persone richiedenti asilo. Tutto questo per un immobile e soldi. Secondo la procura Lucchino avrebbe compensato Renda con una casa a Feroleto Antico e promesse di denaro per avere in cambio la gestione del servizio.

L'immobile è stato sequestrato.

La gara d'appalto e l'indagine

I sospetti sono scattati a dicembre del 2014 in seguito alla stipula di una convenzione tra la prefettura e la Gianal srl, dopo l'esito della gara d'appalto per l'assegnazione del servizio. Dalle indagini, coordinate dal sostituto procuratore Paolo Petrolo (del gruppo reati contro la pubblica amministrazione) della procura diretta da Nicola Gratteri, è risultato che all'epoca dei fatti Lucchino aveva una relazione con Renda, così le cedette nel giugno 2015 quell'immobile ormai sequestrato. Ulteriori approfondimenti hanno dato modo di appurare che la Renda partecipava attivamente così da porre in essere sopralluoghi ed ispezioni presso la struttura di Lucchino che mettevano in risalto il ruolo della funzionaria nelle imprese dell'imprenditore.

Ora i migranti vorrebbero arrivare in Francia

Un'altra notizia del giorno è che i migranti vorrebbero passare nelle reti sotterranee per arrivare a Fréjus, nell'Esagono, quella che corre sotto le montagne. Cosa alquanto inutile, dato che dal versante francese, la galleria è piena di sensori ed all'uscita del tunnel ci sono gli uomini della polizia transalpina che bloccherebbero i migranti facendoli tornare indietro, in Italia.

Anche la prefettura e la questura di Torino, competenti per il Comune di Bardonecchia (dove si trova l'ingresso del traforo) hanno chiesto alla Rete Ferroviaria Italiana sensori termici e un impianto acustico anche nel tratto italiano della galleria per far evitare il pericoloso percorso sotterraneo ferroviario italo-francese. Di fatti il 20 luglio scorso un Tgv è stato bloccato mentre andava a Torino perché quattro ragazzi africani, con al piede semplici infradito, tentavano di attraversare il tunnel nel buio totale.