Il piccolo Charlie è nato nel 2016 sano. Dopo otto settimane si sono presentati i sintomi della sindrome di deplezione mitocondriale, una malattia rarissima diagnosticata soltanto a 16 persone nel mondo. La sindrome tende a bloccare tutti i muscoli del corpo, compreso cuore e cervello. Dopo undici mesi di calvario, lotte per avere cure sperimentali negli Stati Uniti e sofferenza nel guardare il piccolo attaccato ad una macchina per mantenerlo in vita, i genitori si sono rassegnati e all'inizio di questa settimana avevano chiesto al Great Ormond Street Hospital di portare il piccolo a casa, dopo che si sono sentiti dire che il male era incurabile, ma l'Alta Corte rifiuta e lo fa trasferire in un hospice, un centro di assistenza per malati terminali.

La raccolta fondi per curare Charlie

I Gard avviano un raccolta fondi per pagare le spese mediche. Vengono raccolti 1,3 milioni di sterline (circa 1,4 milioni di euro) donati da 80mila persone. Ma a marzo, al piccolo Charlie gli venne diagnosticata l'encefalopatia e dunque i medici concordarono nell'impossibilità di viaggiare dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti e dunque mandare in fumo una nuova speranza. Ma i dottori si rendono disponibili per una cura sperimentale senza avere sicurezze di buona riuscita.

Le "guerre" sono continuate quando i medici non volevano fare più affidamento all'accanimento terapeutico dal momento in cui il bambino aveva diritto ad una morte dignitosa e da dicembre era sotto sedativi.

Il ricorso alla CEDU e il tweet del Papa

I genitori, il 9 giugno, si sono rivolti alla CEDU per avere una speranza in più nel disperato tentativo di tenere in vita Charlie. È stato lì che il Tribunale ha ordinato all'ospedale di proseguire con le cure, fino a nuova delibera. Il 28 giugno, con un nuovo verdetto, la corte di Strasburgo ha detto di non poter prendere decisioni su un caso del genere ed ha lasciato la decisione alla Corte Suprema inglese che ha imposto di sospendere le cure.

Entrambi i genitori, devastati da quest'ultima batosta, hanno chiesto di far morire il bambino nel lettino di casa sua. Respinta anche questa richiesta, perché secondo i medici avrebbe sofferto di più. Il 30 giugno i medici volevano staccare la spina, ma i genitori hanno chiesto un altro po' di tempo per passare gli ultimi attimi con il loro piccolo angelo.

Ma oggi è arrivato il giorno della fine.

Anche Papa Francesco ha voluto dimostrare la propria vicinanza alla famiglia Gard, attraverso un tweet: 'Affido al Padre il piccolo Charlie e prego per i genitori e le persone che gli hanno voluto bene.'