A circa un mese di distanza dal caso della bambina di Arezzo morta poiché dimenticata in auto sotto il sole, un'altra madre ha compiuto lo stesso errore - se così possiamo definirlo - che per fortuna però questa volta non ha avuto un epilogo tragico. La donna è uscita di casa con l'intenzione di accompagnare la figlia di un anno all'asilo nido e poi recarsi sul posto di lavoro. Ma una volta alla guida si è dimenticata di lasciare la bambina all'asilo, e si è recata verso un parcheggio custodito dove lascia l'automobile per poi recarsi a lavoro in metropolitana.
Per fortuna l'auto non era esposta al sole
Fortuna vuole che la donna in questione non abbia parcheggiato in uno stallo esposto al sole, ma nell'adombrato parcheggio adiacente alla Metro di Bisceglie. La piccola è rimasta sola in auto per circa tre ore, ma quando i medici l'hanno visitata hanno constatato che godeva di buona salute. Se l'auto fosse stata parcheggiata in un luogo soleggiato sarebbe stata sufficiente una permanenza inferiore per provocare il decesso della piccola.
A dare l'allarme un dipendente dell'Atm
E' stato un dipendente dell'Azienda Trasporti Milanese ad accorgersi della presenza della piccola in un'auto parcheggiata e ha dato immediatamente l'allarme. L'uomo ha parcheggiato la propria auto e stava uscendo dal parcheggio quando ha udito dei gemiti, che poi si è accorto provenivano dall'interno di un'automobile.
Quando ha visto la bambina nel seggiolino ha immediatamente chiamato la Polizia, che è sopraggiunta nel giro di pochi minuti insieme ad un'ambulanza. Gli agenti resosi conto della situazione hanno rotto il vetro e prelevato la piccola, che in seguito è stata visitata dai medici, i quali hanno riscontrato che non aveva nessun problema di salute.
La Polizia ha rintracciato i genitori
Una volta portata in salvo la piccola gli agenti hanno rintracciato il padre e la madre della bambina. Il primo era a lavoro, e dopo essere uscito di casa al mattino non aveva avuto ulteriori contatti con la moglie. La donna invece, una donna di 38 anni, si è detta convinta di aver accompagnato la bambina all'asilo, e non riusciva a spiegarsi come potesse essere accaduto qualcosa del genere.
La donna è stata portata all'ospedale, dove è stata visitata e posta in osservazione presso il reparto di psichiatria.
Una tecnologia per evitarlo
Periodicamente casi come questo finiscono nelle cronache, in Italia come in altri paesi. Dopo il caso di Arezzo di un mese fa in molti avevano auspicato l'introduzione di strumenti tecnologici che richiamino all'attenzione del conducente, quando l'auto è in sosta ed il seggiolino risulta occupato. Sarebbe sufficiente un allarme sonoro simile a quello presente in quasi tutte le auto per evitare di dimenticare i fanali accesi. Un segnale sonoro che si attiva quando l'auto è in sosta ed il seggiolino è occupato, aspetto facilmente rilevabile con il peso del bambino.