Cita Peppino Impastato (“la mafia è una montagna di merda”) e Paolo Borsellino (“politica e Mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d’accordo”), il leader del M5S Beppe Grillo per denunciare la presenza della mafia a Roma. La recente sentenza nel processo Mafia Capitale, che ha negato l’esistenza di associazione mafiosa tra i vari Buzzi e Carminati, rischia infatti di scrivere una storia giudiziaria diversa dalla realtà dei fatti. O almeno è questa l’idea di Grillo, secondo il quale sono diverse le spie che segnalano, senza ombra di dubbio, la presenza delle mafie nella città di Virginia Raggi.

Le prove della presenza della mafia a Roma: gli Spada ad Ostia

Il fondatore del Movimento porta a sostegno della sua tesi, il caso del Municipio di Ostia, sciolto per infiltrazioni mafiose e ancora commissariato. Secondo i magistrati, sul litorale romano a farla da padrone, “agendo con metodi mafiosi”, sarebbe stato il clan degli ‘zingari’ Spada. Grillo cita poi il ‘Rapporto Mafie a Roma e nel Lazio 2016’, pubblicato nel gennaio 2017 dall’OsservatorioTecnico-Scientifico per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio, secondo cui il Lazio risulterebbe al terzo posto nella poco lusinghiera classifica delle regioni italiane in cui le mafie investono di più.

Centinaia di locali sequestrati alle organizzazioni criminali

Sono centinaia e centinaia, poi, gli immobili, gli esercizi commerciali, i bar, i ristoranti e i beni di lusso sequestrati dalle forze dell'ordine a esponenti di camorra, ‘ndrangheta e criminalità locale nel solo biennio 2016-2017. L’elenco dei locali posti sotto sequestro, al netto dei molti ancora attivi (come nel caso delle numerosissime pizzerie ‘napoletane’ intorno a piazza Navona), comprende, tra gli altri, il Macao di via del Gazometro, la sala slot Babylon Café, il bar-pasticceria Garden, la sala Bingo Dubai Palace, il bar Montecarlo Café, il bar sala slot Manhattan Caffé di via Tiburtina, il Billionaire Palace di via Salaria.

Roma capitale della cocaina

Se tutto questo non fosse sufficiente a far parlare di mafia a Roma, Beppe Grillo parla della droga come prova regina. Traffico e spaccio, infatti, sono nelle mani della criminalità organizzata, e la cocaina ormai viene venduta in alcune zone della città trasformate in delle piccole Scampia. È il caso di quartieri come Tor Bella Monaca o San Basilio, teatro di un continuo spaccio a cielo aperto.

Grillo cita, inoltre, un articolo pubblicato da Roberto Saviano su Repubblica il 14 luglio scorso (‘NarcoRoma, la nuova capitale della cocaina’). L’autore di Gomorra parla di Roma “trasformata nella centrale internazionale del traffico di droga” la cui gestione sarebbe “affidata a gruppi criminali romani, in affari con i boss della ‘ndrangheta e della camorra”. Un giro di affari che “permette di raccogliere con un solo carico un miliardo e 300 milioni di euro”.