La Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato il Portogallo per discriminazione sessuale. La clamorosa sentenza prende le mosse dal caso di una donna, ora 72enne, che a seguito di un delicato intervento chirurgico non eseguito perfettamente aveva subito dei danni molto gravi che incidevano profondamente sulla sua intimità. La sentenza della Corte può definirsi storica in quanto, per la prima volta, stabilisce che il sesso riveste un'importanza fondamentale anche per le donne al di sopra dei 50 anni, e forse in menopausa.
La vicenda che ha portato alla storica sentenza
La vicenda trae origine, come dicevamo, dal caso di una signora portoghese di 72 anni, Maria Morais che, all'epoca dei fatti aveva 50 anni: nel 1995 dovette sottoporsi ad un delicato intervento chirurgico ginecologico ma a seguito dell'operazione Maria inizia ad accusare diversi sintomi tra cui forti dolori, perdita di sensibilità della vagina, problemi di deambulazione, ma soprattutto forte difficoltà ad avere rapporti sessuali normali.
La donna, moglie e madre di due splendidi bambini, aveva adito le vie legali nei confronti dei medici dell'ospedale che avevano eseguito, tanto maldestramente, l'intervento e nel primo grado di giudizio aveva ottenuto il riconoscimento di un risarcimento per le sofferenze fisiche e psicologiche patite.
Il risarcimento era stato fissato dal primo Tribunale in 80 mila euro.
Successivamente, però, i medici e l'ospedale avevano presentato appello, ritenendo il quantum dell'indennizzo eccessivo. La Corte d'appello portoghese aveva accolto la richiesta dei medici e aveva ridotto la somma da pagare a circa 54 mila euro. Il collegio giudicante, composto da tre giudici, due uomini e una donna, tutti over 50, aveva motivato la decisione asserendo che a quell'età e, soprattutto, per una donna, il sesso non è così importante come in precedenti periodi della vita.
La Corte di Strasburgo ha ribaltato, ora, questo orientamento.
Le motivazioni della sentenza di Strasburgo
La Corte europea dei diritti dell'uomo ha motivato la sua decisione a favore della signora Morais affermando che i giudici portoghesi si sono lasciati indebitamente influenzare da pregiudizi stereotipati. In questo modo, specifica la Corte, hanno deliberatamente ignorato l'importanza che riveste la sessualità, sia a livello fisico che psicologico, per l'autorealizzazione di una donna.
Il collegio giudicante europeo, composto da sette membri, si è dichiarato a favore della querelante con una maggioranza di 5 voti a favore e 2 contro. Di conseguenza, oltre a ristabilire il giusto indennizzo da parte dei medici e dell'ospedale implicati nei fatti, la Corte ha ulteriormente stabilito che lo Stato del Portogallo dovrà versare alla querelante 3250 euro di danni oltre a pagare le spese processuali.