“Che cosa ne pensi della Boldrini?”, domanda un giornalista ad una delle persone presenti il 20 luglio alla cerimonia di cambio del nome del parco comunale di Latina da ‘Arnaldo mussolini’ a ‘Falcone e Borsellino’. Il giudizio dell’intervistato sul presidente della Camera è lapidario e impietoso: “Penso che sia suor Maria Teresa di Calcutta dei luoghi comuni”. Ieri, infatti, si sono vissuti momenti di alta tensione nel capoluogo pontino, con la cittadinanza divisa tra ‘comunisti’ e ‘fascisti’, pronta anche ad usare la violenza, mentre la terza carica dello Stato presenziava alla discussa cerimonia di cancellazione del nome del fratello di Benito Mussolini, spargendo benzina sul fuoco con le sue dichiarazioni.
Le dichiarazioni della Boldrini
“Intanto oggi mi sembra che a Latina - dichiara sorridente Laura Boldrini a margine della cerimonia - si stia facendo una bella operazione perché questo è il parco della città che il sindaco (Damiano Coletta, primo sindaco non di destra dal 1993, ma appoggiato da una lista civica ndr) e il consiglio comunale hanno voluto dedicare a due grandi figure del nostro paese. Due giudici, due magistrati che hanno dato la vita per la legalità”. Secondo il presidente della Camera, che sta facendo della lotta contro i simboli del fascismo il suo cavallo di battaglia politico appoggiando la discussa proposta di legge Fiano, “educare alla legalità vuol dire tante cose, vuol dire il rispetto dell’altro, vuol dire il rispetto del bene comune e il rispetto anche dei valori della nostra Costituzione che nasce dalla Resistenza e dalla Liberazione dal regime nazi-fascista”.
La reazione dei cittadini di Latina
Inevitabile che il soffiare sulle divisioni politiche mai del tutto sopite potesse portare a reazioni scomposte, a volte, anche violente, da parte della cittadinanza. Tra le due fazioni presenti nell’ormai ex parco Mussolini sono partiti sfottò e minacce. “Italia, Italia”, con tanto di saluto romano, gridavano i ‘fascisti’.
“Viva l’Italia”, “Viva Falcone e Borsellino”, “Schifoso fascista”, ribattevano gli eredi dei partigiani. “A zecca de merda”, “Duce, Duce, Duce”, rispondevano a loro volta i ‘nipotini di Benito’. Una scena che per un attimo ha riportato le lancette dell’orologio della storia indietro di almeno 40 anni.
I nomi di Falcone e Borsellino ‘usati’
Significativi anche alcuni commenti intercettati dai giornalisti presenti. “È stata comunque profanata la memoria di una persona defunta perché anche Arnaldo Mussolini è morto e quindi si è scatenata involontariamente una guerra tra morti”, ha fatto notare in maniera molto pacata una signora. Mentre un’altra donna ha aggiunto: “Questo sindaco vuole cancellare l’identità della città e non si fa”. Ma, a spiegare meglio di ogni parola il cortocircuito avvenuto a Latina ci pensa la scritta presente su una t-shirt indossata da un’altra donna dove campeggia la storica immagine di Falcone e Borsellino che sorridono insieme: “Li avete usati per dividerci, vergogna!”.