Piero Angela senatore a vita: la proposta lanciata dal quotidiano Il Foglio, che si è incaricato di lanciare una campagna a suo favore, non interessa affatto al popolarissimo giornalista e divulgatore torinese, 88 anni, celebre per le sue trasmissioni scientifiche. In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, Angela, che per le sue doti di serietà, competenza e professionalità è uno dei conduttori televisivi più amati dal pubblico, spiega le ragioni del suo rifiuto.

Iniziativa a sua insaputa

A Piero Angela non passava neanche per l'anticamera del cervello di candidarsi al ruolo di senatore a vita.

Il giornalista, che ha compiuto 88 anni lo scorso dicembre, impegnato più che mai in questi giorni nella registrazione a Cinecittà di alcune puntate del suo famoso programma Superquark non persegue niente che non sia un nuovo traguardo professionale con dedizione e professionalità immutate da tanti anni. L'idea dell'incarico istituzionale infatti non è sua, ma della direzione del quotidiano Il Foglio che, a sua insaputa, ha lanciato una campagna e un appello al presidente della Repubblica per nominarlo senatore a vita. Intervistato a tal proposito dal quotidiano Il Corriere della Sera, il giornalista con la sua consueta signorilità, si è detto lusingatissimo ma ha declinato all'istante la proposta.

Ha scritto al direttore de Il Foglio, Claudio Cerasa, perché lo lascino stare e non lo tirino in ballo in iniziative che non lo interessano. Vuole solo continuare a fare il suo lavoro, la divulgazione del sapere, con lo spirito lui dice di "un servitore dello Stato".

Le ragioni di un no alla poltrona

"La politica italiana è un continuo, patologico, gioco al massacro. Una costante distruzione dei progetti degli altri" ha spiegato Angela al giornalista che gli chiedeva perché dire no alla poltrona da senatore a vita.

Negli anni Angela di poltrone e incarichi ne ha rifiutati parecchi, insieme alle "lusinghe di tanti, diverse sirene politiche". Ha detto no alla direzione di un telegiornale come di una rete, per insofferenza verso ruoli e gerarchie. Una coerenza mai venuta meno in tanti anni di professione che fa di lui un'eccezione nel panorama italiano.

Come ha scritto nel suo libro del 2011 A cosa serve la Politica, Angela sostiene che la politica nei secoli e nei millenni non abbia mai migliorato le condizioni di vita della gente comune, anzi casomai le ha aggravate. A migliorarle, è stato l'avvento delle macchine e dell'energia.

Politica italiana, una deriva infinita

Nel nostro paese, sostiene il popolare giornalista, la politica è litigiosa, non rende possibile l'attuazione di alcun progetto. Non c'è spazio per un vero progetto che punti su "innovazione, tecnologia, educazione e valori" per consentire uno sviluppo equilibrato e politico.Non si premia il merito. Produttività ed efficienza sono ferme da 15 anni. La migliore politica italiana per Angela è definitivamente alle spalle. Risale al dopoguerra quando, sia pure con spirito rozzo, si voleva ricostruire nel nome del benessere del paese. La classe dirigente c'era e ragionava tutta così. Allora.