Ancora una volta, oggi si batte la notizia della presunta morte del Califfo dell'Isis, Abu Bakr al-Baghdadi. Ancora una volta però, la conferma non c’è. Sia chiaro, in questo caso le indiscrezioni sembrano concrete: ci sarebbe un presunto comunicato diramato direttamente dai vertici dello Stato Islamico. Il Pentagono tuttavia, non si è affatto sbilanciato sulla questione.

L'intelligence statunitense sembra piuttosto scettica. Effettivamente, di al-Baghdadi si è annunciata la morte diverse volte; decisamente troppe per un uomo solo. La storia delle sue "mille morti" e peripezie è lunga e intricata.

Le notizie di oggi

Partiamo dalla fine, dalla giornata di oggi. La conferma della sua eliminazione arriverebbe da una Tv irachena, Al Sumaria, che cita fonti interne all’Isis. I vertici dello Stato Islamico avrebbero tolto, due giorni fa, il divieto di parlare della morte di al-Baghdadi, aggiungendo che presto sarà annunciato il suo successore. Sulla stessa linea si pone anche l'Osservatorio Nazionale per i diritti umani in Siria, che avrebbe raccolto indiscrezioni tramite la sua rete di informatori nel Paese. Eppure, ancora una volta, manca la comunicazione ufficiale dai canali media usati tradizionalmente dal Califfato.

Le "mille morti" di al-Baghdadi

Il Califfo sarebbe stato ferito in un attacco aereo il 18 marzo 2015.

Si parlò di ferite piuttosto serie (forse una paralizzante lesione spinale), tali da far partire la ricerca di un successore. In seguito a questo presunto evento, i militanti jihadisti arrivarono anche a minacciare attacchi di rappresaglia contro l'Europa. Eppure tali voci, che sembravano certe, sarebbero poi state smentite o mal riportate.

In ottobre al-Baghdadi avrebbe percorso il confine siriano per raggiungere un incontro segreto di vertici dello Stato Islamico. In quell'occasione, l’esercito iracheno bombardò il convoglio che, si pensava, trasportasse il Califfo. Invece, come fu evidente in seguito, il leader del Daesh non si trovava lì.

Il 12 giugno del 2016, al-Baghdadi venne dato nuovamente per ferito, anzi, forse persino ucciso durante un bombardamento americano a Raqqa.

Si parlò addirittura di comunicato ufficiale dell'Isis, invece giunse la solita smentita: il documento era stato alterato, e il terrorista era ancora vivo.

Ad ottobre, un sicario sarebbe riuscito ad avvelenare il Califfo e tre leader dell'Isis. Ad oggi, non si può ancora dire se la notizia fosse vera o falsa. In ogni caso, poco importa: Al-Baghdadi sarebbe sopravvissuto al tentato assassinio.

Ad aprile 2017 invece, i media parlarono del suo arresto eseguito in Siria da forze russe e siriane. La smentita arrivò prontamente dal ministro degli Esteri russo, Rudaw.

Giugno 2017: la svolta?

Nell'ultimo mese le notizie, le indiscrezioni e le presunte conferme si sono susseguite con maggiore frequenza.

L’11 giugno è arrivata la prima comunicazione: al-Baghdadi ucciso dall'artiglieria americana. Cinque giorni più tardi, un’altra versione: il Califfo è morto, ucciso però da un attacco russo. Stati Uniti, come sempre, scettici.

Eppure il 23 giugno la Russia continua a sostenere di essere certa di aver eliminato il leader dell'Isis in un airstrike, il 12 maggio. Il 29 giugno la conferma arriva dal Governo iraniano: al-Baghdadi è "sicuramente morto".

Così si arriva alla giornata di oggi. Il capo dell'Isis, come abbiamo visto, è stato dato per morto molte volte. Oggi però potrebbe essere diverso: le voci si sono fatte insistenti, e sembrano provenire da più fonti indipendenti. Non ci resta che attendere: potrebbe giungere una vera conferma, così come l’ennesima smentita.