"Ho visto l'attentatore arrivare con il furgone, accelerare e mentre travolgeva le persone rideva". Il racconto è dell'italiana Rossella Petrella, una testimone oculare dell'attentato che ieri pomeriggio ha insanguinato la rambla, il famoso viale di Barcellona, lungo un chilometro e 400 metri, che collega plaça de Catalunya al vecchio porto, frequentatissima tutto l'anno. Ieri c'erano migliaia di turisti quando un van è piombato sulla folla facendo strage: ha provocato 13 morti e almeno 100 feriti. Otto ore dopo, nella notte, c'è stato un altro attentato a Cambrils, località turistica spagnola dove un'auto, 5 terroristi con cinture esplosive a bordo, ha investito i passanti provocando 7 feriti.
Quattro degli attentatori sono stati uccisi subito, uno ferito è morto dopo. Al momento solo l'attacco alla Rambla è stato rivendicato dall'Isis attraverso la sua agenzia Amaq, che ha definito gli attentatori "soldati dello Stato islamico".
'Ho visto l'attentatore ridere'
"Eravamo sulla Rambla, dovevamo aspettare un autobus, faceva caldo, le panchine erano occupate e abbiamo avuto l'idea di andare dentro un centro commerciale. Abbiamo visto questo furgone bianco andare nella zona pedonale, poi ha accelerato, ha travolto i passanti. Abbiamo visto gente saltare per aria. L'attentatore rideva". Nel racconto fatto al Tgcom da Rossella Petrella, una testimone oculare della strage di Barcellona, c'è tutto il disprezzo e l'esaltazione folle del giovane terrorista soddisfatto del "lavoro" svolto, della scia disangue lasciata dietro di sé, le vite stroncate comprese quelle di bambini, la più piccola vittima aveva 3 anni.
"Siamo delle miracolate, se fossimo state sulla panchina, saremmo state investite anche noi", racconta l'italiana che, come tanti turisti, era a passeggio sulla Rambla con amiche e bambini. "L'uomo alla guida, giovane e con barba non molto lunga, sorrideva tutto contento", racconta ancora la testimone, che ha poi trovato rifugio in un'abitazione.
Terrorista drogato, il ghigno anche durante la fuga
Un altro testimone, che un momento prima era riuscito a salvare il figlio, ha raccontato che il terrorista sembrava sotto effetto di droghe. La dinamica dell'attentato è tristemente simile ai precedenti attacchi di Nizza, Londra, Berlino, Stoccolma. Per circa 600 metri il van, procedendo a a zig zag e accelerando fino a 80 chilometri orari, ha investito i passanti.
Avrebbe probabilmente continuato la folle corsa se, all'altezza del mosaico di Mirò, non fosse andato a sbattere contro un chiosco di giornali. I tre a bordo, armati, sono fuggiti. Due di loro sono arrestati. L'autista, sul metro e 70, con indosso una camicia bianca e blu, pare avesse un ghigno sadico anche quando è sceso incolume dal mezzo e si è allontanato a piedi come se fosse un qualsiasi passante. Ad oggi, risulta ancora in fuga. Si era pensato che fosse Driss Oukabir, la persona che ha noleggiato il furgoncino. Ma in serata un uomo chiamato Oukabir ha denunciato il furto dei documenti. Potrebbe essere stato suo fratello, il 18enne Moussa, da poco rientrato dal Marocco.
Altre testimonianze
"Ho visto almeno tre o quattro persone a terra, un poliziotto con una persona in braccio e tutti che correvano, urlavano, piangevano", ha raccontato Luca Terracciano, studente italiano che vive a Barcellona. Alessio Stazi, uno dei tanti ragazzi italiani che si è trasferito a Barcellona per avere un futuro, era sulla Rambla al momento dell'attentato ed è sotto choc. In due post sulla sua pagina Facebook racconta l'orrore.
Tra panico, terrore, urla, gente che piangeva, Stazi è scampato alla morte perché è "saltato via".