"Mi trattatava come un bambino e mi razionava i soldi, per questo l'ho uccisa". Fermato ieri a Roma per omicidio e occultamento di cadavere, Maurizio Diotallevi, 62 anni, dopo un interrogatorio di 10 ore in Questura, ha confessato l'omicidio della sorella Nicoletta, 59 anni. L'ha strangolata e fatta a pezzi con una sega. Poi ha gettato parti del corpo in più cassonetti. Il primo ritrovamento, quello delle gambe della donna, tenute con un nastro adesivo da pacchi, è stato fatto da una nomade che martedì sera rovistava in un cassonetto nel prestigioso quartiere dei Parioli e che è stata colta da malore.

La confessione: liti per questioni economiche

"Sì, sono stato io": ci sono volute 10 ore fitte di interrogatorio per far crollare Maurizio Diotallevi, 62 anni, un uomo gracile, minuto, che sembra un ragazzino. "Mi dava pochi soldi, mi trattava come un ragazzino, non lo sopportavo". I due litigavano per questioni economiche. Di fatto, a lavorare era solo la sorella che però non aveva un impiego fisso: si arrangiava dando lezioni di yoga e affittando a studenti una stanza dell'appartamento di via Guido Reni 22b al Flaminio ereditato dai genitori, e dove i fratelli convivevano dopo la morte della madre. Lavorando solo lei, era la donna a gestire l'esiguo patrimonio. L'uomo le chiedeva sempre più insistentemente soldi fino all'esplosione di rabbia culminata nella notte tra il 14 e il 15 agosto nell'orrendo delitto.

L'omicidio, il corpo della sorella fatto a pezzi

Maurizio l'ha strangolata. Poi ha segato il corpo: le gambe le ha gettate in un cassonetto in via Maresciallo Pilsudski, ai Parioli. Il busto e la testa in uno al Flaminio, e in un terzo ha gettato effetti personali e abiti della donna. Per crearsi un alibi, aveva telefonato all'altra sorella, Maura, sostenendo che Nicoletta non era rientrata a casa e facendo partire la denuncia di scomparsa.

A risolvere velocemente il caso, sono state le numerose telecamere della zona che lo hanno ripreso mentre esce di casa con un sacco nero e si disfa di qualcosa in un cassonetto. Diotallevi è stato trasferito nel carcere di Rebibbia in attesa che il giudice fissi l'udienza di convalida. Ora però il suo difensore, Gaetano Scalise, esclude motivi economici e punta tutto sul movente del "raptus".

Il brutale omicidio si è consumato a Ferragosto.

Chi è Maurizio Diotallevi

Molto attivo sui social network con profili su Facebook, Twitter, Google+, LinkedIn, Diotallevi si definiva "consulente per il web e social marketing di piccole/micro imprese e professionisti, appassionato per l'innovazione digitale". E per questo aveva realizzato un sito-blog di consulenza, "Emmedicom". Molta pubblicità ma con scarsi risultati, dal momento che, divorziato e privo di reddito, viveva con la sorella nubile. Laureato in Scienze politiche, aveva lavorato in passato come funzionario commerciale di Bt Italia, team manager di Poste Mobile, consulente commerciale di Vodafone, per poi tentare l'attività di free lance.

Ultimo post su Facebook: il gif di un tenero gattino che crolla dal sonno, ora inondato da insulti.

Increduli i vicini di casa

Sotto choc i vicini di casa non si spiegano l'orrendo crimine. Non hanno avuto nessuna avvisaglia di ciò che è accaduto. Non si sono accorti di liti tra i fratelli. Un vicino li ricorda come persone "tranquille", che però vivevano alla giornata in modo molto precario e in cattive condizioni economiche. Sapevano che lui non lavorava. "Finché era viva la mamma ha retto, poi la sorella doveva sopperire a tutto", ricorda un inquilino. Maurizio era taciturno, salutava a stento. A un vicino aveva fatto gli auguri di Ferragosto. Poi l'aberrante delitto.