L'ennesimo caso di incendio, che finisce tra le pagine di Cronaca Nera, si è verificato ieri, sabato 19 Agosto, nella città vecchia di Cosenza: il fuoco è divampato in una casa privata e ha mandato letteralmente in fumo diversi testi risalenti al periodo rinascimentale custoditi al suo interno. Sfortunatamente, i Vigili del Fuoco locali non sono riusciti a trarre in salvo i tre inquilini dall'appartamento; tocca agli inquirenti far luce sulle esatte dinamiche e sulle cause dell'accaduto, mentre intanto scoppiano le prime polemiche.

L'accaduto e il primo difficoltoso intervento dei pompieri.

Nel palazzo, intitolato alla famiglia Bilotti Ruggi d'Aragona e sito nel corso centrale dedicato proprio al filosofo Bernardino Telesio, si trovavano al momento la signora Serafina Speranza, insieme al marito Roberto Golia ed allo zio di lui, Antonio Noce. Il fratello di quest'ultimo, al momento della deflagrazione dell'incendio, era assente, ospite presso l'oasi francescana. Le fiamme, secondo la ricostruzione dei vicini, avrebbero avvolto l'edificio senza lasciare scampo agli abitanti dell'appartamento, che avrebbero atteso invano i soccorritori rimasti senz'acqua, probabilmente a causa della siccità che affligge la città di Cosenza da settimane.

Il rogo ha quindi proseguito la sua opera di distruzione verso il quarto piano, che comprendeva la collezione ormai in stato irrecuperabile.

Il valore delle opere perdute e i primi commenti alla vicenda.

L'assessore Roberto Bilotti, erede della famiglia di mecenati cosentini che ha di recente donato le proprie opere alla città aprendo il palazzo alle visite (alcune tra queste sono state installate in modo permanente all'aperto, lungo corso Mazzini), ricorda le varie richieste inoltrate alla Procura di Cosenza negli ultimi otto anni.

Queste avrebbero dovuto sollecitare i vari rappresentanti della città susseguitisi negli anni a porre fine alla situazione di degrado ed abbandono in cui era precipitata la storica residenza, non ultimi i vari bivacchi accesi nei piani bassi da occasionali occupanti. I danni comprendono la prima stampa dell'opera De rerum natura iuxta propria principia ed altre descrizioni della città in gotico, risalenti al XV secolo e ricomprese tra le opere del Telesio, oltre ad una serie di mobili pregiati, affreschi ed altri arredi.

Da diverse parti si ripete che quest'avvenimento drammatico avrebbe potuto essere scongiurato con interventi tempestivi. Non resta alieno alle critiche neanche l'attuale sindaco della città bruzia, Mario Occhiuto, il quale ha comunque dichiarato tre giorni di lutto cittadino e ricorda che l'edificio avrebbe dovuto ospitare nell'arco di poche settimane i primi matrimoni e, tramite un progetto coordinato con l'Università della Calabria, le prime lauree. Un danno d'immagine incalcolabile si somma, dunque, al dolore dei parenti per la perdita dei propri cari, mentre la città distrutta dal dolore giunge quasi al termine di una delle estati più roventi e disagiate degli ultimi decenni.