La tensione tra gli Stati Uniti e la Corea del Nord sembra essere giunta ad un passo dalle estreme conseguenze. Da Pyongyang arrivano voci di un imminente attacco missilistico alle basi USA dell'isola di Guam entro i prossimi cinque giorni. La risposta di Trump non si è fatta attendere: il presidente americano ha minacciato "fuoco e fiamme", e ha ribadito che il suo Paese vanta l'arsenale nucleare più potente al mondo.

Intanto a Guam, il governatore Eddie Calvo rassicura gli abitanti riuniti in preghiera sulle spiagge per scongiurare il peggio. Vediamo, nel dettaglio, la storia di quest'isola e perché potrebbe essere il primo teatro di scontro tra Stati Uniti e Corea del Nord.

Cos'è Guam e a chi appartiene?

Guam è un'isoletta del Pacifico occidentale di appena 541 chilometri quadrati con una popolazione di circa 163.000 abitanti. Dal 1950 ha scelto di avere lo statuto di territorio USA non incorporato. In sostanza l'isola è retta da un governatore eletto ogni 4 anni. I residenti sono cittadini americani ma non votano il presidente, né hanno rappresentanti nel Senato statunitense. L'isola originariamente apparteneva alla Spagna ma nel 1898, in seguito alla guerra ispano-americana, venne ceduta assieme a Filippine e Porto Rico agli USA. Durante la seconda guerra mondiale fu occupata dai soldati giapponesi, ma venne ripresa dagli americani nel 1944.

Il ruolo strategico dell'isola di Guam per gli Stati Uniti d'America

La minaccia lanciata da Pyongyang di un possibile bombardamento dell'isola di Guam non è casuale. L'isola ha da sempre ricoperto un ruolo strategico importante per le missioni aeree degli USA nel Pacifico. Durante la guerra in Vietnam venne utilizzata come base logistica per organizzare i bombardamenti.

Oggi il 30% del territorio è occupato da due basi militari (una a nord e una a sud), che ospitano 7.000 soldati specializzati nella manutenzione dei sommergibili nucleari.

Kim Jong-un sembra seriamente intenzionato ad allontanare dal proprio raggio d'azione una testa di ponte americana così importante, mettendo in allarme sia la Corea del Sud che il Giappone.

La prima è intervenuta attraverso il colonnello Roh Jae-cheon, portavoce del Comando di stato maggiore congiunto, il quale ha detto che la minaccia di Pyongyang è "una sfida seria", mentre il Giappone, attraverso il ministro della Difesa Itsunori Onodera, si è dichiarato pronto ad intercettare e ad abbattere i missili coreani diretti verso l'isola di Guam.