I nomignoli con i quali è conosciuto sono tanti: "guru ingioiellato" per l'uso di vistosi gioielli e vestiti con ornamenti, "baba rockstar", "messaggero di Dio". Ram Rahim Singh, 50enne santone pop perché popolarissimo in India anche come cantante, attore e regista di Bollywood, comunque lo si voglia chiamare, si è cacciato in un grosso guaio: è stato appena condannato a 20 anni di carcere e 40mila euro di multa, per lo stupro di due adepte. Per il leader della setta "Dera Sacha Sauda", che sostiene di avere 60 milioni di seguaci ed è tra i 100 più influenti personaggi indiani al mondo, capace di orientare il voto dei suoi seguaci, si sono aperte le porte del carcere tra disordini e un centinaio di focolai di violenza in tutto il Paese.

Anche i guru piangono, la sentenza di condanna

Venti anni di carcere: il tribunale della città di Rohtak, nello stato indiano di Haryana, si è pronunciato nei confronti del santone venerdì scorso, 25 agosto, condannandolo per lo stupro di due seguaci avvenuto nel 1999. In principio, per un equivoco, si era diffusa la notizia che la condanna ammontasse a soli 10 anni. Il processo si è svolto in una sala della prigione di Rohtak. Il guru, costretto ad ammettere la propria responsabilità, ha invocato la clemenza della corte. Ma quando è stato pronunciato il verdetto si è lasciato andare a comportamenti ben poco ascetici e piuttosto isterici: scene di disperazione, inarrestabile pianto a singhiozzo.

Seduto a terra, si è rifiutato di abbandonare l'aula, ha lamentato un malore e ha avvertito che il governo sarà responsabile di quanto possa accadergli. Ma due visite mediche hanno escluso problemi fisici e sono state avviate le ordinarie procedure riservate a ogni detenuto all'ingresso in carcere. La difesa ha annunciato che farà ricorso.

L'accusa, che aveva chiesto il massimo della pena, ritiene che le sue vittime potrebbero essere decine. Su Singh pende anche un'accusa di omicidio per la morte di una giornalista che indagava sulla sua setta, e tra qualche settimana dovrebbe iniziare un nuovo processo.

Guerriglie urbane in difesa del guru

Quando si è diffusa la notizia che "baba rock star" era stato condannato si sono scatenati disordini, culminati in alcuni casi in vere e proprie guerriglie urbane in Haryana, Punjab, Rajasthan e anche nella capitale New Delhi.

In più località contemporaneamente folle di seguaci, armati di bastoni, bombe incendiarie e spranghe di ferro, si sono scontrati con polizia e soldati. Le forze dell'ordine hanno reagito con idranti, lacrimogeni e sfollagente. Il bilancio è di 38 morti, oltre 350 feriti, mille arrestati per incendio e distruzione di proprietà pubblica. Anche sei guardie del corpo del guru trovate in possesso di armi e taniche di benzina, sono state arrestate. Per paura di nuovi e più gravi disordini, sono state disposte rigide misure di sicurezza con 2.000 agenti di polizia e 23 compagnie di paramilitari a supporto.

Un impero finanziario

Da 25 anni alla guida dell'associazione socio-spirituale "Dera Sacha Sauda", che ha molti centri spirituali in India, Ram Rahim Singh è un personaggio inquietante.

Nel 2015, è stato accusato di aver convinto 400 fedeli a castrarsi per essere più vicini a Dio, procedura che si è ben guardato di seguire. Barba nera e occhiali da sole da rockstar, aveva uno stile di vita da divo di Hollywood. Con un look eccentrico ed eccessivo, ha costruito un impero finanziario facendo concerti come cantante di pop music religiosa, diventando produttore e regista di film di Bollywood in cui ha anche recitato e realizzando una linea di prodotti alimentari salutisti con il marchio Msg, "Messagero di Dio". Ora però è caduto in disgrazia.