Da ieri mattina, Vigili del Fuoco e Protezione Civile stanno facendo tutto il possibile per cercare di contrastare l'incendio che, con il passare delle ore, continua a divorare ettari di vegetazione. Da sulmona, la scena che si presenta toglie il fiato: il Monte Morrone, che sovrasta e avvolge la città, brilla tra le fiamme sotto lo sguardo attonito e preoccupato dei cittadini della Valle Peligna. Come molti altri incendi che hanno colpito l'Italia negli ultimi mesi, anche questo pare avere natura dolosa: sono sei, infatti, i focolai che i Vigili del Fuoco sembrerebbero aver individuato.

La paura degli abitanti

Ieri sera, la situazione è drasticamente peggiorata, tanto da costringere gli abitanti delle frazioni della città di Sulmona a lasciare le proprie abitazioni, a causa del veloce avanzare delle fiamme, e a scavare delle buche da utilizzare come trincee di protezione. Per tutto il pomeriggio, sono stati attivi i Canadair che hanno fatto la spola tra Sulmona e il Lago di Bomba per cercare di trasportare quantitativi di acqua sufficienti a domare le fiamme e impedirne la diffusione.

Le ricchezze naturali e artistiche del monte Morrone

Le Montagne del Morrone rappresentano un gruppo montuoso dell'Appennino Centrale Abruzzese che sovrasta la città di Sulmona e che rappresenta il cuore della Valle Peligna.

Il Morrone è stato da sempre terra di Santi e briganti, di artisti e partigiani: si tratta di una montagna che non nasconde soltanto tesori naturali, ma anche storici e artistici, con i suoi eremi, i suoi santuari e i suoi castelli. Su una delle terrazze del Monte Morrone sono stati ritrovati, infatti, i resti della presunta villa di Ovidio (uno dei più grandi esponenti della poesia latina e di cui a Sulmona si ricorda, proprio quest'anno, il bimillenario della morte), recentemente riconosciuta come il santuario romano di Ercole Curino.

Proseguendo oltre lungo il sentiero, è possibile raggiungere facilmente anche il famoso Eremo di Sant'Onofrio al Morrone, meglio conosciuto come Eremo di Celestino V, un edificio religioso risalente al XIII secolo, legato alla figura di Pietro da Morrone, il frate eremita che ci visse in solitudine per molti anni e che divenne Papa Celestino V nel 1294. Le montagne del Morrone, poi, rappresentano una riserva naturale protetta che fa parte del Parco Nazionale della Majella e sono costantemente meta di escursioni alpinistiche e gite turistiche. Da due giorni, dunque, i Vigili del Fuoco e i volontari della Protezione Civile, con la loro incessante attività, stanno tentando di salvare dalle fiamme quello che costituisce non solo un tassello fondamentale della storia e dell'arte Abruzzese, ma anche un pezzo fondamentale del patrimonio italiano.