Marino Occhipinti, uno dei sei componenti della banda della Uno Bianca che tra il 1987 e il 1994 ha terrorizzato Bologna e l'Emilia Romagna con una serie di rapine e omicidi, torna nell'occhio del ciclone.

Dopo la polemica di inizio agosto quando gli era stata data la possibilità di trascorrere una settimana in un albergo a quattro stelle a Breuil in val D'Aosta, il Comitato Marco Polo a difesa del cittadino, scrive a ministro, prefetto e direttore generale dell'Ulss della Regione Veneto riguardo alla sua posizione lavorativa.

Il criminale, condannato all'ergastolo per uno degli omicidi attuato assieme ai fratelli Savi e sottoposto dal 2012 al regime di semilibertà , lavora presso l'ospedale All'Angelo di Mestre-Venezia e occupa incarico di prestigio e responsabilità.

Un incarico di prestigio per Occhipinti

Occhipinti è infatti responsabile del personale della Cooperativa Giotto la quale ha in gestione il callcenter, l'infopoint, il centro prenotazioni e la portineria dell'Ospedale.

Un incarico, sostiene il presidente del Comitato, Luigi Corò, che sarebbe meglio destinare a uno dei tantissimi giovani, rispettosi delle leggi e delle regole del vivere civile, ma a loro viene negato perchè è destinato a chi si è stato condannato per omicidio.

La precisazione arrivata dall'Usl veneziana è che la conduzione del centro di prenotazioni dell'ospedale Dell'Angelo di Mestre "è stata appaltata con regolare gara dall'Azienda sanitaria, ad una Associazione di cui la Cooperativa Giotto è uno dei soggetti componenti".

Tutto regolare quindi, ma forse meno a livello etico.

Uno Bianca, un incubo durato sette anni

Il nome della banda fa riferimento all'automobile Fiat Uno che fu utilizzata nella maggior parte delle loro azioni criminali poichè era piuttosto facile da rubare, ma di difficile identificazione in quanto estremamente diffusa.

Ciò che sconvolse l'opinione pubblica all'epoca dell'arresto fu scoprire che cinque dei sei componenti della banda erano poliziotti in servizio nelle questure di Rimini, Cesena e Bologna e che sfruttavano le proprie posizioni per eludere i controlli e pianificare le rapine.

La banda, composta dai tre fratelli Savi, Roberto, Fabio e Alberto, Pietro Gugliotta, Luca Vallicelli e Marino Occhipinti, compirono in tutto 24 omicidi e un numero enorme di rapine ed estorsioni.

Nel 1994 tutti i componenti della banda sono stati arrestati. Il 6 marzo 1996 i processi si sono conclusi con la condanna a tre ergastoli per ciascuno dei fratelli Savi, un ergastolo a Marino Occhipinti e 28 anni

Pietro Gugliotta viene condannato a 28 anni, che verranno trasformati in 18 in appello. Grazie all'indulto e alla legge Gozzini, è libero dal 2008.

Il componente minore della banda, Luca Vallicelli, patteggiò una pena di 3 anni e 8 mesi.