Secondo minniti, la nostra nazione dovrà cambiare alcune cose in tema di accoglienza ed ha proposto di offrire corsi gratuiti di italiano ai migranti. Altro punto fondamentale, l'assistenza sanitaria gratuita.

Il piano

E' stato appena presentato il nuovo piano del Governo in merito all'accoglienza dei migranti ed alla loro relativa integrazione nel nostro Paese: corsi d'italiano e assistenza sanitaria gratuita le principali proposte.

I beneficiari potranno essere esclusivamente i rifugiati con regolare permesso di soggiorno (per motivi di protezione internazionale) ed il fine sarà quello di renderli autonomi; secondo i dati del Viminale al 31 agosto 2017, le persone appartenenti alla categoria sopra citata sono 74.853, mentre 196.285 è il numero della popolazione che è stata accolta nel nostro Paese e, gran parte di essa, sta ancora aspettando di sapere se può ottenere l'asilo politico oppure no.

I fondi messi a disposizione per il progetto sono: il Fondo Asilo Migrazione e Integrazione, l'FSE (Fondo Sociale Europeo), il FAMI (Fondo asilo migrazione e integrazione), il FESR (fondo per lo sviluppo regionale) ed anche 100 milioni di euro messi a disposizioni dall'Unione Europea a sostegno delle misure emergenziali.

"Aderire agli SPRAR"

Minniti ha previsto di considerare come "supporto all'integrazione" le attività come il corso d'italiano e che queste vengano offerte il prima possibile, per garantire a tutti la massima indipendenza nel nostro Paese. Il Viminale però ha sottolineato che lo SPRAR (sistema di protezione per i richiedenti asilo) deve divenire per tutti i comuni l'unico sistema di accoglienza, al fine di garantire equamente gli stessi diritti.

La formazione culturale e linguistica è, per il governo, il fulcro del progetto e, secondo il Viminale, dovrebbe partire sin dai primissimi momenti dell'accoglienza. Verranno anche aggiunti svariati meccanismi di supporto per far si che le persone possano aggiornare i loro studi, proseguirli, anche quelli universitari, e per ottenere ciò verranno messi in campo percorsi formativi specializzati che potranno farli accedere poi, al mercato del lavoro.

Anche rendere burocraticamente più semplice il riconoscimento dei titoli acquisiti nel Paese d'origine diventerà un vero e proprio must, per far si che tutti i rifugiati possano inserirsi nel mondo del lavoro con maggiore facilità.