Si è spento nella serata di mercoledì 27 settembre a Los Angeles l'editore Hugh Hefner, noto come fondatore della celebre rivista Playboy. Aveva 91 anni ed è morto per cause naturali. La sua morte è stata annunciata dalla Playboy Enterprises. Figura molto particolare del mondo dell'editoria, Hefner non solo aveva fondato una delle più celebri riviste erotiche della storia, ma ne era anche il principale testimonial, promuovendone lo stile di vita promiscuo e seduttore anche dopo aver superato gli ottant'anni.

L'uomo che definì la cultura sessuale

Nato nel 1926 a Chicago, Hugh Marston Hefner si laureò in psicologia presso l'Università dell'Illinois nel 1949, dopo aver servito nell'esercito statunitense durante gli ultimi mesi della Seconda Guerra Mondiale come scrittore per un giornale militare.

Quattro anni dopo fondò la rivista Playboy grazie a un finanziamento di $8.000 dollari da vari finanziatori, di cui mille erano di sua madre. Sul gesto, Hefner nel 2006 disse in un'intervista al canale E!: "Non perché credeva nell'iniziativa, ma perché credeva in suo figlio". Nessuno riusciva davvero a credere che una pubblicazione del genere avrebbe avuto successo, nemmeno lo stesso Hefner, tanto che quando venne pubblicato il primo numero nel dicembre del 1953 la copertina non aveva la data, perché il fondatore dubitava che ci sarebbe stato un secondo numero. Invece la rivista si rivelò un successo, tanto che quel primo numero finì esaurito nel giro di poche settimane. Gran parte del successo fu dovuto al famoso paginone centrale dove da sempre vengono pubblicate foto di una modella nuda.

La prima donna che ricevette quest'onore fu l'allora esordiente Marilyn Monroe.

Dopo quel primo numero ne seguirono tanti altri, tra cui si distingue in particolare il numero risalente al novembre del 1972 che con le sue 7.161.561 copie vendute è attualmente il numero più venduto nella storia della rivista. In particolare il suo paginone centrale raffigurante la modella Lena Soderberg divenne un elemento importante per la storia dell'informatica, perché una porzione di quell'immagine divenne uno standard per il collaudo degli algoritmi di elaborazione digitale delle immagini.

Un erotico promotore della cultura e della libertà della parola

Nonostante il chiaro fine erotico della rivista, Hugh Hefner utilizzava la sua opera per promuovere anche contenuti culturali come il design, il jazz e la letteratura. Infatti in vari numeri vennero pubblicati brani tratti dal Decameron o dai libri di Sherlock Holmes, inoltre furono numerose le interviste con personalità di spicco come Bertrand Russell, Jean-Paul Sartre e Malcolm X.

Forse però il suo più grande contributo fu la pubblicazione di "Fahrenheit 451" di Ray Bradbury, romanzo che lo stesso autore ebbe grosse difficoltà a diffondere finché una copia non finì nelle mani di Hefner il quale rimase colpito dall'opera, al punto da comprarne i diritti per $400 per poi pubblicarlo a puntate nei primi tre numeri della sua rivista. La scelta non era casuale, perché lo stesso Hefner fu nella sua vita un grande promotore della libertà di parola in ogni sua forma. Fu anche promotore di varie cause sociali e perse diversi sponsor quando invitava ai suoi programmi televisivi ospiti di colore.

Con la sua morte, il mondo rimane orfano di una delle più originali figure del Novecento che rivoluzionò il modo di vedere il sesso e silenziosamente promosse una cultura raffinata ai suoi lettori basata sul pensiero libero e sul rispetto dei propri pari.