Si parla ancora di Emanuela Orlandi. E' di ieri la notizia del rinvenimento di un documento che conterrebbe una sorta di "nota spese" del Vaticano, inerentemente la gestione dell'allontanamento della ragazza dal 1983, anno della sua scomparsa, al 1997. La nota si conclude, infatti, con la spesa sostenuta per il rientro della Orlandi in Vaticano.

Il documento uscito dal Vaticano

ll giornalista Emiliano Fittipaldi è la persona che ha rivelato il dossier segreto. Il documento sarebbe stato redatto dal cardinale Lorenzo Antonetti, deceduto nel 2013, all'attenzione dei monsignori Giovanni Battista Re e Jean-Louis Tauran.

Secondo quanto riportato, la Orlandi sarebbe stata mantenuta per un certo periodo in un ostello femminile a Londra. Il Vaticano, per il suo mantenimento e i suoi spostamenti (in totale tre), avrebbe speso 483 milioni delle vecchie lire. Fittipaldi sostiene che il documento sia uscito dal Vaticano tramite una sua fonte che, dopo vari tentennamenti, si sarebbe decisa a consegnarglielo "perché giunto il momento di far venire a galla la verità". Tra pochi giorni uscirà il libro del giornalista, intitolato Gli Impostori, che si basa in gran parte sulla scoperta di questi fogli. In totale 5, scritti al computer o con una telescrivente.

La smentita del Vaticano

Immediata la smentita del Vaticano, tramite le parole del capo dell'ufficio stampa della Santa Sede, Glag Burke che definisce il documento rinvenuto "falso e ridicolo" lasciando, come sempre, poco spazio al dialogo.

Di diversa opinione il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, che su Facebook, pubblicando la notizia choc dello scritto attribuito al cardinale Antonetti scrive: il muro sta cadendo.

Il parere di Pino Nicotri

Tante, troppe le ipotesi formulate in 34 anni. Un caso che ha fatto discutere molti e che nonostante il trascorrere del tempo continua a tornare in cima alle notizie di cronaca.

Ad occuparsi scrupolosamente della vicenda anche il giornalista Pino Nicotri che ha scritto due libri: Triplo Inganno, edito da Kaos Edizioni ( 2014) e Emanuela Orlandi: la verità. Dai Lupi grigi alla banda della Magliana (2008) e da molti, per la sua preparazione sul caso, viene indicato come il "biografo" di Emanuela Orlandi.

Ha scritto tre libri, il primo Mistero Vaticano La scomparsa di Emanuela Orlandi, edito da Kaos. In merito al documento uscito dalle mura vaticane, Nicotri ha espresso oggi la sua opinione ai microfoni di Radio Radio:

"Il documento è scritto con un stile da questurino che fa anche un po' sorridere! Non è certo quello del cardinale Antonetti che "prudentemente" è morto il 10 aprile 2013, così non può smentire. Settembre è un mese cruciale... anche nel 2005 c'era l'attesa del film Romanzo Criminale e guarda a caso era saltata fuori la telefonata anonima a Chi L'ha visto? che ha lanciato il tormentone della tomba di De Pedis a Sant'Apollinare. Adesso c'è da supportare, se è vera, la notizia di Pietro Orlandi che dovrebbe condurre un programma sugli scomparsi su Sky.

E c'è anche da supportare l'iniziativa del Movimento 5 Stelle che vuole sapere perché la magistratura in tutti questi anni non ha voluto indagare su Emanuela Orlandi. Anche il mio collega Fittipaldi non ci mette la mano sul fuoco e non esclude assolutamente che possa trattarsi di un falso". Nicotri continua dicendo di essere oramai abituato alle svariate e a volte fantasiose ipotesi. "Si è arrivati al libro Manuela nelle braccia dell'Islam dove Don Simeone Duca dichiara che Emanuela partecipava alle orge con il personale diplomatico".

E' una montatura

"io ho una mia idea, e la tengo per me. Non è uno scontro di potere all'interno del Vaticano ma un fabbricare prove per tenere sempre alta la grancassa su questo caso in maniera da avere sempre questa piccola miniera d'oro che rende molto...." continua Pino Nicotri "Emanuela purtroppo era cittadina vaticana.

Fosse stata una cittadina per esempio di Avetrana, come Sarah Scazzi, il caso sarebbe stato risolto. Il problema è che lo si è voluto infilare dentro la storia del Papa ...si è costruita una gigantesca montatura e mi assumo la responsabilità anche una certa magistratura ci marcia perché io ho consegnato al magistrato Giancarlo Cataldo un nastro con le mie conversazione con l'avvocato degli Orlandi, Gennaro Egidio, il quale escludeva che fosse un rapimento. Questo nastro non è stato messo agli atti, non solo io ho anche citato una mia fonte vaticana la quale mi ha detto che Emanuela è morta la sera stessa in via Monte del Gallo. Mi risulta che la mia fonte vaticana, quella che mi ha detto che Emanuela è morta in via Monte del Gallo la sera stessa della scomparsa, lui l'ha sondata e che questa si è detta assolutamente indisponibile a farsi interrogare”

Indagare in altre direzioni

L'avvocato Gennaro Egidio, secondo Nicotri, puntava il dito contro un amico dello zia Anna.

La zia, sorella di Ercole (il padre di Emanuela), che all'epoca viveva con la famiglia Orlandi, frequentava un uomo a sua insaputa sposato. Quando scoprì che le aveva dato un nome falso ed era sposato non lo ha più voluto vedere e non ne ha mai parlato ai magistrati. Anni dopo tramite alcune ricerche di Roberta Hidalgo ( che ha scritto l'Affaire Orlandi, Croce Libreria) si scopre che la zia Anna era andata ad abitare a Torano con un uomo sposato "che ha un nome ed un cognome" dice Nicotri", quindi volendo si potrebbe fare qualche indagine in più e più seria in questa direzione".