Ancora un "grattacapo" non da poco per l'Arma. Dopo lo scandalo dei due Carabinieri a Firenze indagati per il presunto stupro di due studentesse americane, un loro collega di Grosseto, un appuntato 50enne, è finito in carcere in esecuzione di una misura di custodia cautelare emessa dal gip su disposizione della locale procura. Gli era stato imposto il divieto di dimora nel proprio comune e di avvicinamento alla figlia di 7 anni della sua compagna con cui viveva, in attesa di accertare indagini a suo carico: il reato che gli è stato contestato è di violenza sessuale aggravata.

Il 'patrigno' e i giochi segreti raccontati alla nonna

A far partire le indagini era stata lo scorso 10 settembre una denuncia presentata dalla nonna paterna della bambina, una delle due nipotine che vivevano con la mamma, l'ex nuora, e il suo nuovo compagno, l'appuntato. All'anziana la bambina in vacanza ha raccontato di anomali "giochi segreti" che quel patrigno le faceva fare chiusi in bagno quando la mamma non c'era e l'altra sorellina guardava la tv. La nonna ha registrato il racconto della bimba di abusi sessuali con il suo smartphone, l'ha fatto ascoltare prima a un avvocato amico di famiglia, poi al nucleo di polizia giudiziaria specializzato in abusi e violenze. La denuncia è stata trasmessa in procura e sono scattate le indagini.

I carabinieri colleghi dell'appuntato che hanno svolto le indagini hanno fatto una perquisizione in casa della famiglia, sequestrando materiale e cellulari dell'uomo. Contemporaneamente, il militare è stato iscritto nel registro degli indagati e gli sono state notificate due misure cautelari: divieto di dimora nello stesso Comune e di avvicinamento all'abitazione dove viveva con la compagna e le due bambine.

Arrestato dai colleghi in divisa

Le misure che gli erano state imposte non gli hanno impedito di tentare d'avvicinare ancora la bambina. Dopo aver violato le misure cautelari, il 25 settembre la Procura ha richiesto la più severa misura della custodia cautelare in carcere che gli è stata accordata dal gip e lunedì scorso l'appuntato è stato arrestato.

Quando i suoi colleghi del comando provinciale di Grosseto in divisa sono andati a prenderlo a casa, senza dire parola, si è lasciato ammanettare ed è salito sull'auto simile a quella tante volte usata in servizio, alla volta del carcere. Già dal 22 settembre, quando gli era stato notificato il primo provvedimento, il militare non era più in servizio. Con l'arresto è stato sospeso. Ora si trova in isolamento nel carcere di Prato in una sezione riservata ai militari. E' già stato interrogato dal gip e ha respinto ogni accusa.

Tempi difficili

Le generalità dell'indagato non sono state rese note per tutelare la minore e salvaguardare il suo anonimato. La prossima settimana ci sarà l'udienza di incidente probatorio.

E' allibita e sconvolta la madre della bambina dopo aver saputo dei terribili sospetti che gravano sul compagno in cui riponeva piena fiducia. Sua figlia sarà sottoposta a visita ginecologica e sentita da un neuropsichiatra infantile. Dall'Arma assicurano che le indagini sono state fatte con la massima accuratezza e il collega è stato trattato esattamente come chiunque sia indiziato di un reato tanto atroce. Il comandante della Legione Toscana dei Carabinieri, il generale Emanuele Saltalamacchia, lui stesso indagato ma per rivelazione di segreto d'ufficio e favoreggiamento nell'inchiesta Consip, in un'intervista ieri al Corriere della Sera ha detto che sono tempi difficili per l'Arma, ma che ripone piena fiducia nella magistratura, che bisogna guardare alle figure eroiche di carabinieri martiri per camminare a testa alta.