Nella zona sud-orientale della Libia il direttore delle milizie contrastanti l’immigrazione clandestina, Mohammed Ali al Fadhil, ha riportato sul sito libico "al Wasat" che la Mezzaluna rossa locale, dopo aver effettuato le analisi del sangue su 1050 migranti illegali presenti a Kufra, ha riscontrato che in 400 erano contagiati dal virus dell’Hiv, molti anche dall'epatite B. Il ministro della salute Lorenzin aveva dichiarato che gli immigrati non rappresentano un pericolo per la salute degli italiani che non hanno mai avuto segnalazioni di virus particolari arrivati dagli stessi, la malattia più grave riscontrata, secondo lei, sono i drammi psicologici.
Il contagio da Aids di cui nessuno parla
Al Fadhil ha rivolto un appello, occorrono strutture sanitarie per le forze che contengono la fuga di migranti dalle zone di confine, in particolare nel sud della Libia. Il direttore sentenzia che le milizie atte controllare i confini meridionali della Libia hanno bisogno di sostegno, di mezzi e cure, molti uomini rimangono feriti dopo scontri con i contrabbandieri. I militari, secondo Al Fadhil, dovrebberro avere una congrua retribuzione per il lavoro che svolgono nel deserto, nelle zone di confine del sud.
Alessia Ambrosi, coordinatrice della Lega Nord Vallelaghi, ha commentato dicendo che la lega espone tale problematica da tempo e che è evidente come i migranti possano portare malattie debellate.
Sulla proliferazione dell’AIDS la stessa ha affermato che sovente gli esponenti della Lega sono stati derisi dai perbenisti e che vi è un interesse generale a voler nascondere tale drammatica problematica. I controlli sull’infezione HIV sui migranti non sono adeguatamente attuati, il nostro primato nell’accoglienza non va di pari passo con un controllo efficente della presenza del virus.
Malattie infettive pericolose
Le malattie infettive rappresentano un focus del fenomeno migratorio, tematica debellata e soppiantata da considerazioni superficiali atte ad incasellare i denuncianti nell'alveo dei razzisti. L’emergere di nuove patologie infettive, e la ricomparsa di altre oramai estinte, sono argomenti preminenti da non sottovalutare: il rischio di contrarre la tubercolosi è pari a 10-15 volte in più tra gli immigrati rispetto alla popolazione italiana, l’infezione da HIV/AIDS, è in costante aumento fra gli stranieri con un tasso di incidenza di quasi 4 volte superiore a quella italiana.
Le altre malattie a trasmissione sessuale, imperanti nello sfruttamento sessuale di donne e uomini immigrati, non vengono neppure citate. La salute dei migranti è indubbiamente una sfida per la Sanità Pubblica se la stessa acconsentirà a sentenziare che la problematica esiste.