Un uomo italiano che ha pugnalato suo figlio ha avuto la pena dell'ergastolo annullata dalla Cassazione perché la vittima è stata adottata. Il 57enne è stato condannato per aver pugnalato fatalmente il figlio di 19 anni e tentato di uccidere la sua ex moglie di 42 anni a Remanzacco, Udine, nel 2013. Tuttavia, a seguito della pena dell'ergastolo confermata dalla Corte d'Appello di Trieste nel 2016, il ricorso dell'uomo è stato accettato dalla Corte Suprema di Cassazione di Roma.
La Cassazione ribalta la sentenza
Nel suo appello, il 57enne ha sostenuto che non deve affrontare il carcere a vita per l'omicidio in quanto il figlio adolescente è stato adottato, il che significa che non c'è 'relazione sanguigna' che servirebbe come 'fattore aggravante' nel caso di omicidio.
La Corte di Cassazione a Roma ha stabilito che l'uomo dovrà affrontare il riesame nel mese di aprile del prossimo anno, al quale i procuratori dovranno dimostrare l'intento per far ottenere all'uomo l'ergastolo per omicidio.
L'incidente si è svolto in quella che era la loro casa di famiglia a Remanzacco, nel novembre del 2013. L'uomo 57enne aveva attaccato sua moglie con un coltello, pugnalandola diverse volte al petto, quando il 19enne è intervenuto per difendere la madre. La donna di 42 anni è sopravvissuta nonostante le diverse ferite al petto, ma il figlio purtroppo non ce l'ha fatta. Questa è la seconda volta che capita un caso simile: a maggio di quest'anno la Corte europea dei diritti dell'uomo stabilì che lo Stato italiano doveva pagare 40.000 euro all'ex moglie, reo di non aver protetto lei e i suoi figli dalle minacce dell'uomo.
La condanna di Strasburgo
La CEDU a Strasburgo ha dichiarato in un documento che «le autorità italiane non hanno difeso una madre e un figlio in quanto le forze di polizia non hanno adottato tempestivamente una soluzione sulla violenza coniugale» e ha dunque ordinato allo Stato di pagare un indennizzo alla donna. Tra l'altro il marito della donna, aveva riferito anche di aver abusato di lei per diversi anni, con abusi violenti, inclusa la minaccia con un coltello per costringendola insieme alla figlia a fare sesso con i suoi amici.
L'ex moglie aveva denunciato diverse volte il marito, chiedendo aiuto alle autorità, ma il Comune a suo tempo non ritenne la situazione grave, così hanno raccontato gli avvocati della vittima, anzi l'ex marito, il giorno stesso dell'omicidio del figlio e delle gravi ferite alla donna, era stato fermato da una pattuglia in evidente stato di ebrezza, ma fu rilasciato poco dopo.