Finalmente disponibile anche in Italia il un nuovo farmaco sviluppato da Otsuka Pharmaceuticals. Si tratta di Delamanid (Deltyba), un antibiotico attivo contro la tubercolosi ed efficace anche nei casi di ceppi Mycobacterium tuberculosis multi-resistenti alle attuali terapie. Nella sperimentazione clinica Delamanid è riuscito a ridurre i tassi di mortalità e ad aumentare del 53% il numero di pazienti con espettorato libero da micobatteri. Per questo l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) l’ha inserito nella lista dei farmaci essenziali per il trattamento, in combinazione, delle forme multi-resistenti di tubercolosi polmonare.
Infezione poco diffusa, preoccupano le forme resistenti
La tubercolosi (TBC) è una malattia infettiva causata da un batterio, il Mycobacterium tuberculosis. Sono descritte 5 varietà ma solo due (forma umana e bovina) hanno importanza nella patologia umana. Negli anni, la TBC ha avuto un trend decrescente: in Italia negli anni ’50 venivano diagnosticati più di 12mila casi l’anno, dopo cinquant’anni i nuovi casi sono scesi a meno di 5mila e lo scorso anno sono stati 3700. Anche la mortalità è fortemente ridotta, da 22,5 casi /100.000 abitanti nel 1955 a 0.7 casi nel 2006. Anche se corrispondono a circa 10 nuovi casi al giorno, solo in Italia, quello che preoccupa maggiormente sono le forme resistenti.
Dei 3700 nuovi casi di TBC diagnosticati lo scorso anno, 490 erano resistenti alla rifampicina, uno degli antibiotici più usati per la terapia di questa infezione. Otsuka Pharmaceuticals ha sviluppato un nuovo farmaco che agisce bloccando la sintesi degli acidi micolici, di cui sono costituiti le pareti dei micobatteri. Il nuovo farmaco, già approvato nel 2014 in Europa, Giappone e Corea del Sud, si chiama Delamanid, nome commerciale Deltyba.
La stessa OMS lo raccomanda come farmaco essenziale per il trattamento di forme resistenti di TBC. Ora Delamanid è disponibile anche in Italia, e si va ad aggiungere a Bedaquilina (Sirturo) della Janssen-Cilag Inter., approvato da qualche anno.
Cosa succede nel resto del mondo?
A livello europeo, nel 2014 sono stati segnalati 58 mila casi di TBC con una incidenza di 12,8 casi ogni 100mila abitanti.
Di questi circa il 76% si tratta di nuovi casi; il 26,8% dei casi sono di origine straniera. Un dato, visto i fenomeni migratori, in lieve aumento negli ultimi anni. Anche in Europa aumentano i casi di resistenza, alla rifamicina sono il 17,5% mentre nel 4% dei casi siamo in presenza di forme multi-resistenti alle varie terapie.
Nel mondo, nel 2015 ci sono stati 9,6 milioni di casi di TBC, di cui 1,2 milioni erano bambini. Il 60% di questi pazienti è concentrato in poche aree del pianeta (India, Indonesia, Cina, Nigeria, Pakistan e Sud Africa). Spesso la TBC è associata ad altre infezioni, in particolare l’HIV.
La diagnosi: il primo test da eseguire per fare una diagnosi di TBC è quello della tubercolina (Mantoux).
Se il test risulta positivo, vuol dire che il sistema immunitario è già venuto a contatto con il batterio della tubercolosi. Ma non sappiamo se l’infezione è ancora in corso. Per questo bisogna fare una radiografia al torace, per vedere le condizioni dei polmoni. Se l’infezione è attiva allora si inizia la terapia. In presenza di ceppi sensibili, la terapia riesce a risolvere l’infezione. Nelle forme resistenti, ora è disponibile anche questo nuovo farmaco, ma l’obiettivo della OMS è quello di arrivare a debellare la TBC, magari con una vaccinazione di massa. Ma quella data sembra ancora lontana.